Toccante lincontro avvenuto in
gennaio, nellaula magna della Giulio Cesare, tra gli ex alunni della terza media
dellanno scorso oggi liceali e i frequentanti i corsi EDA, persone adulte tra le
quali alcune coetanee della sig. Lia Finzi Federici e anchesse con storie di vita
vissuta, interessanti, tragiche ed eroiche. Insieme, hanno con commozione confrontato le
loro memorie storiche. Occasione dellincontro con Lia Finzi è stata la
presentazione del CD ROM Ai tempi di mio nonno un ipertesto (o meglio
ipermedia) frutto della collaborazione fra i ragazzi della terza E e i corsisti del
Laboratorio Multimediale del Centro Territoriale Permanente. I testi scritti, le
testimonianze orali, documenti e foto depoca, hanno fatto da cornice alle parole
della signora Finzi che ha ricordato la sua esperienza di ebrea perseguitata, nel periodo
che precede la seconda guerra mondiale. |
Testimonianza di Lia Finzi
Federici
Signora
Finzi nel 1938, Mussolini scatenò una forte campagna denigratoria contro gli ebrei, vuole
raccontarci come visse Lei quel periodo?
Certo, nel 1938 ero una bambina avevo solo 10 anni, venni subito espulsa dalla scuola
pubblica con il Regio decreto-legge 5 settembre 1938-XVI- N.1390 "Provvedimenti
per la difesa della razza nella scuola fascista" assieme a tutti gli altri
bambini e ragazzi ebrei di tutte le scuole di ogni ordine e grado e assieme ai docenti,
maestri e professori.
Quali
furono le conseguenze immediate di quel decreto?
La legge
scatenò una marea di divieti e limitazioni; eccone alcuni:
Il censimento degli Ebrei di tutte le Comunità
Il licenziamento e il divieto di assunzione di cittadini ebrei nelle aziende
Il divieto di licenze commerciali
Le cancellazioni dei professionisti dagli albi professionali
Le requisizioni patrimoniali
Il divieto di matrimoni misti
Il divieto di adozione nelle scuole di libri di testo di autori di razza
ebraica
Provvedimenti razziali nel settore dello spettacolo
Non si poteva andare in ispiaggia al Lido e in altri luoghi di vacanza
Non si poteva tenere la radio
Sparirono i nomi degli utenti ebrei dallelenco telefonico
Era proibito andare nelle biblioteche e da queste, sparirono i libri di
autori ebrei
e altri ancora.
Le condizioni di vita
degli Ebrei italiani, e anche di quelli veneziani ovviamente, a seguito dei decreti e
delle leggi che li perseguitarono dal 1938 fino alla deportazione nel 1943 cambiarono
drasticamente.
In molti locali apparve la scritta: - Qui non sono graditi né i cani né gli ebrei -.
Ovunque, nelle strade, sui muri: - "Ebrei uguale a spie" -. Gli Ebrei erano
considerati "Nemici della Patria" quando italiani a tutti gli effetti, molti
avevano combattuto nella guerra 1915-1918. Gli Ebrei italiani vissero sacrificati nella
libertà e nei diritti, questo stato di cose si protrasse fino al 1943.
Mentre nei paesi occupati
dalle forze nazifasciste si sviluppa la Resistenza, liniziativa passa alle potenze
alleate. In Africa, lVlll armata britannica sbaraglia gli Italo-Tedeschi ad El
Alamein e con laiuto delle truppe americane sbarcate in Algeria e nel Marocco
francese li costringe alla resa (12 maggio1943).
Sul fronte russo, i sovietici annientano larmata tedesca che assedia Stalingrado
(febbraio 43) e sfondano la linea sul Don.
In Italia il 10 luglio avviene lo sbarco alleato in Sicilia (dopo la Conferenza di
Casablanca tra Roosvelt e Churchill).
Il 25 Luglio caduta e arresto di Mussolini. Viene instaurato il governo Badoglio.
L8 Settembre lannuncio dellarmistizio tra IItalia e gli
anglo-americani che coincide con lo sbarco degli alleati a Salerno.
Mentre il re e Badoglio fuggono a Brindisi e lesercito è allo sbando, i tedeschi
occupano lItalia centro-settentrionale. Il Paese è così diviso; al Sud occupato
dagli Alleati, cè lo Stato monarchico, al Nord la Repubblica sociale italiana
(Repubblica di Salò), costituita da Mussolini, che i tedeschi hanno liberato dalla
prigione sul Gran Sasso. Comincia la guerra civile tra "repubblichini" e
partigiani;
Il 13 Ottobre Badoglio dichiara guerra alla Germania, ottenendo dagli Alleati per
IItalia il titolo di cobelligerante.
Mi
può raccontare come si evolse la situazione a Venezia?
A
Venezia le prime deportazioni iniziarono il 5-6 dicembre 1943: centosessantatre
"ebrei puri", tra cui bambini, donne, vecchi, furono portati prima a Fossoli,
Carpi-Modena, poi ad Auschwitz, in Polonia.
Il 4 agosto 1944: 21 anziani e malati, prima a S.Sabba-Trieste poi anchessi ad
Auschwitz (nel vagone piombato). Ed altri ancora presi singolarmente. I deportati di
Venezia che non fecero più ritorno furono 246.
Qualcuno si salvò. Chi potè fuggì, aiutato da amici, si nascose.
Qualcuno scese verso Roma, sperando nellarrivo imminente degli Alleati, altri
provarono il passaggio clandestino in Isvizzera. Qualche giovane si unì alle Brigate
Partigiane e salì in montagna.
Come
riuscì a salvarsi la sua famiglia?
La mia
famiglia (non proprio tutta) si salvò, con una fuga rocambolesca in Svizzera.
Ma oltre ai cittadini amici che aiutarono, vi furono i delatori che fecero la spia e
denunciarono i nascondigli degli Ebrei ai nazifascisti, molti per denaro (per ogni ebreo
maschio venivano date £. 5000 e per ogni ebrea £. 3000).
E vi furono gli indifferenti tra la maggioranza della popolazione.
Venezia venne liberata dai partigiani prima e poi dagli Alleati, vide la disfatta dei
nazifascisti il 28 aprile 1945.
Il ritorno non fu felice e soprattutto per lassenza di chi non cera più, ma
la voglia di ripresa fu forte, la vita potè, in qualche modo, continuare. |