LItalia
fascista ha avuto un ruolo attivo nella deportazione.
C è qualcuno che pensa e dice:
però gli italiani,
in fondo sono brava gente
Ma ebbero un ruolo attivo soprattutto nel periodo che va dall8
settembre del 43 al 25 aprile del 45, quando lItalia
fu liberata dagli Alleati e dai suoi Partigiani.
In Europa sotto il giogo nazista milioni di individui sono passati nei
campi di sterminio.
Milioni e milioni di uomini, donne, vecchi e bambini ebrei, ma non solo,
anche di oppositori politici, quelli che non erano daccordo con
i nazisti e con i fascisti, di zingari, di omosessuali, di testimoni
di Geova, di militari che non avevano aderito alla Repubblica Sociale
Italiana, che non volevano andare a combattere con i nazisti e con i
fascisti, di religiosi che hanno aiutato ebrei e persone in difficoltà,
di disabili fisici, psichici, di cittadini considerati diversi per qualche
motivo.
Vedete ragazzi, parlo soprattutto con i ragazzi perché penso
che gli adulti abbiano letto testi, abbiano visto film, anche alla televisione,
che mostrano, qualche volta in modo distorto, questi episodi.
Parlo soprattutto con i ragazzi perché come insegnante, anche
se sono in pensione da molto tempo, penso che sia giusto che i giovani
sappiano, oggi, che cosè il razzismo. Cosè
la filosofia che teorizza sullesistenza di una razza superiore.
Il razzismo sostiene esserci una razza superiore e, di conseguenza,
sulla necessità di eliminare i cosiddetti diversi, senza tener
conto che siamo tutti appartenenti alla razza umana.
Per fortuna siamo uno diverso dallaltro. Pensate quanto monotono
sarebbe il mondo se fossimo tutti uguali. Ognuno di noi è diverso
dallaltro ed è portatore di valori positivi che può
comunicare e insegnare agli altri.
E una grande ricchezza, è una possibilità di conoscere
altre culture, altri usi, altri costumi, altri modi di vivere. E, quindi,
non va eliminata la diversità.
Si può essere diversi per cultura, per etnia, per religione,
per abitudini sociali. Ci sono stati eccidi spaventosi di zingari, di
omosessuali, di malati di mente e anche di oppositori al regime. Ricordiamo
la sistematica opera di snazionalizzazione accompagnata da feroci massacri
che accaddero dal 1894 al 1918 contro gli armeni per mano dei turchi.
E ancora ricordiamo la distruzione dei cambogiani, degli abitanti indigeni
dellAmazzonia, degli ugandesi, dei kosovari. Abbiamo visto recentemente
cosa è successo in Albania. Pulizie etniche pericolosissime,
distruzioni di popolazioni.
Certo, vi sono stati e vi sono ancora altri soggetti di discriminazione.
Ad esempio, i musulmani vengono definiti, erroneamente, tutti terroristi.
Ci sono integralismi religiosi in tutte le religioni, integralismi pericolosi
che portano anche ad atti di terrorismo, ma non possiamo dire che tutti
i musulmani sono terroristi.
Ma veniamo agli ebrei.
Lantisemitismo esisteva in Europa da molte centinaia di anni.
Gli ebrei sono stati cacciati dalla Spagna nel 400.
(Scusatemi, faccio un rapidissimo percorso storico, arriverò
poi alla mia esperienza diretta che è quella che mi coinvolge
e mi fa ancora soffrire).
Gli ebrei furono cacciati dalla cattolicissima regina Isabella, dalla
Spagna nel 400, erano i sefarditi.
Noi abbiamo sentito oggi della musica clezmer, che appartiene agli ebrei
dellEuropa orientale, gli azchenaziti.
I sefarditi venivano dalla Spagna e dal Portogallo.
Spaventosi i pogrom, i massacri, che si sono susseguiti nei secoli,
anche nei paesi dellEstEuropa, dove vivevano gli azchenaziti.
Vivevano chiusi in stedt, in piccoli paesi, in speciali zone.
In molte città europee furono costretti a vivere in uno stato
di estrema miseria.
Nel 1516 a Venezia nasce il primo ghetto dEuropa. Da lì
nasce il concetto di ghettiz-zazione, cioè di chiusura, di emarginazione
di una parte di popolazione.
E divenuta una parola in uso per indicare alcune zone periferiche
delle città definite quartieri dormitorio.
Il nome ghetto viene dalla parola gittata, per lesistenza in quel
luogo di una fonderia dove venivano costruite le armi per la repubblica
di Venezia.
Gli ebrei in questa isola, circondata da canali, che veniva chiusa alla
sera, dovevano abitare tutti nel Ghetto.
Il Ghetto lo potete visitare, si trova a Cannaregio. Ci sono cinque
sinagoghe, un museo, una biblioteca, monumenti molto visitati da scuole,
da turisti, da singoli cittadini.
Qui gli ebrei potevano espletare soltanto pochi mestieri, in genere
gli straccivendoli e/o i cambiavalute.
Quello del prestito di denaro faceva molto comodo alla Repubblica di
Venezia quando organizzava guerre o viaggi commerciali in Oriente.
Nel 1555 il Papa Paolo IV emanò la bolla Cum nimis absurdum che
impose agli ebrei di vivere in un quartiere separato e di portare un
segno distintivo. Nacque così il ghetto di Roma e sorsero via
via altri ghetti nelle varie città, prima in quelle sotto il
dominio del pontificato e poi in molte altre.
Il primo, abbiamo visto, nacque a Venezia. La Serenissima, a fasi alterne
nella storia, emanò provvedimenti vari rivolti alla cittadinanza
ebraica.
Nel 1789 dopo la rivoluzione francese che sosteneva che tutte le popolazioni
dovevano essere uguali in libertà e fraternità, si aprirono
le porte del ghetto e gli ebrei poterono uscire e abitare in altri Sestieri
della città.
Però solo con lunità dItalia, nel 1870, conquistarono
pieni diritti con la possibilità di accesso a tutte le professioni.
Con lemancipazione cominciò anche lassimilazione.
Ebbero la possibilità di una frequenza scolastica regolare. Nel
ghetto studiavano con i loro maestri, privatamente, e non esisteva analfabetismo.
Ma laccesso scolastico a tutti i livelli fino alluniversità,
permise ladire a tutte le professioni.
Con lassimilazione vi fu una ripresa degli stereotipi e di conseguenza
parecchie conversioni, per paura, per matrimoni misti o per pregiudizi
che volevano nuovamente emarginarli.
Non tutti sanno che Auschwitz, Buchenwald, Terezin e altri campi di
sterminio esistevano molto prima del 1943. Molti campi di sterminio
furono voluti nel 1940 da Himmler, braccio destro di Hitler. La tragedia
nasce in Germania nel 1933 con le leggi di Norimberga, e ancora prima
con Main Kampf, libello pedagogico di Hitler che insegna come devono
crescere i giovani, belli, alti, biondi, con occhi azzurri, e soprattutto
forti, pronti per andare alla guerra per difendere il nazismo.
Ci volle la Shoà per cominciare a sapere. Preferiamo dire Shoà,
che in ebraico significa annientamento, anziché Olocausto che
vuol dire sacrificarsi spontaneamente, cosa certamente non voluta dagli
ebrei.
Lantisemitismo sopravviveva, purtroppo, anche nella Russia di
Stalin. E da un romanzo come Focus di Arthur Miller del 1946, da un
film come Barriera invisibile di Elia Kazan del 1947, imparammo che
un bel po di antisemitismo esisteva anche nella liberissima America.
Eppure sia la Russia che lAmerica avevano combattuto Hitler fino
a pochi mesi prima.
Non è possibile dire oggi che il genocidio, che Auschwitz, che
la Shoà sono tragedie del passato e che non è più
necessario parlarne. Primo Levi in tutti i suoi libri ci ammonisce sulla
necessità della memoria, di non dimenticare. Certamente egli
fu turbato, fino a morirne, dalla tesi che presunti storici, negli anni
ottanta, negavano lesistenza dei lager e delle camere a gas. Solo
pochi giorni fa si è scoperto che gli Alleati, dallalto,
avrebbero visto le rotaie e il fumo che usciva dai camini dei forni
crematori, ma non hanno buttato bombe per distruggere le rotaie e quei
campi. Perciò Primo Levi fece della sua terribile esperienza,
che annientò sei milioni di vittime, bambini e donne, vecchi
e uomini inermi, una testimonianza militante per insegnare il valore
del rispetto della vita umana.
Vediamo cosè successo nel 1938 in Italia e quindi anche
a Venezia. Il 14 luglio del 38 uscì, da parte del governo
fascista, il Manifesto della Razza dove un gruppo di cosiddetti scienziati
avevano redatto questo testo, rivisto dallo stesso Mussolini, dando
inizio alla campagna razziale, sostenendo lesistenza di una razza
superiore, la razza ariana. Il 5 agosto nasce il quindicinale La difesa
della razza, le copie del giornale venivano diffuse capillarmente, in
particolare a tutte le testate giornalistiche del regno cominciando
così una propaganda tambureggiante. Allora non cera la
televisione, cera però la radio e, tramite la radio, i
giornali, le riviste, venivano veicolati concetti, stereotipi, pregiudizi
contro gli ebrei. Le caricature degli ebrei nei giornali umoristici
erano tipici: il naso adunco, le dita a rostro per arraffare soldi,
fisicamente deformi, dominatori delleconomia italiana e internazionale.
Vi assicuro che anche nel ghetto di Venezia, nella Comunità veneziana,
gli ebrei facevano parte di una popolazione molto varia e articolata:
cerano dei professionisti e cerano quelli che avevano un
piccolo negozietto o che facevano lavori estremamente modesti. Subito
dopo, il governo fascista obbligò la prefettura di fare il censimento
dei cittadini di religione ebraica, anche quelli che si erano battezzati,
quelli che ormai non erano più iscritti alla comunità
e ne censirono ben 2136, mentre quelli che si dichiararono di religione
ebraica erano in realtà circa 1400.
Le leggi colsero la comunità ebraica, come tutte le altre comunità
dItalia, in modo improvviso perché la stragrande maggioranza
degli ebrei era estremamente assimilata. Così fu anche per la
mia famiglia, una famiglia molto laica, direi quasi agnostica. Sapevamo
che eravamo ebrei perché uscivamo di classe durante la lezione
di religione, secondo quanto deciso dalla riforma Gentile e, poi, dal
concordato tra lo stato e la chiesa del 29. Uscivo di classe assieme
ad altre compagne e ci mandavano nella classe parallela. Non è
che questa prassi mi colpisse più di tanto. Per il resto, ripeto,
eravamo completamente assimilati.
Fino al 1938 si conduceva una vita normale. Anche a Venezia direi come
in tutte le altre comunità dItalia, gli ebrei erano veramente
assimilati, erano considerati cittadini italiani a tutti gli effetti.
Mio padre aveva combattuto nella guerra del 15 - 18. Qualche
ebreo era stato anche fascista, forse per necessità lavorative
più che per scelte ideologiche. Mi piace però sottolineare
che i miei furono sempre antifascisti. Comunque il fascismo dal 1938
considerò tutti gli ebrei antifascisti e nemici della patria.
Poi, cosa successe nel 1938? Si susseguirono provvedimenti gravissimi.
Vennero licenziati tutti gli ebrei che lavoravano negli enti pubblici
e quindi tutti gli insegnanti di ogni ordine e grado, dalla scuola materna
alluniversità, e tutti i bambini, gli scolari vennero cacciati
dalle scuole.
Io, nel 1938 mi accingevo a frequentare la V elementare, la mia maestra
mi chiamò e mi disse: Lia, da domani non puoi più venire
in questa scuola.
Non capivo il perché, il motivo, la ragione, la maestra non me
lha spiegato.
Questo ordine, firmato dal ministro Bottai, decretava che fin dallinizio
dellanno scolastico 1938-39 bisognava fare pulizia nelle scuole
perciò tutti gli insegnanti e gli studenti ebrei dovevano essere
espulsi dalle scuole pubbliche.
Immediatamente la comunità ebraica ha organizzato una propria
scuola dove siamo riusciti a continuare gli studi.
Fino al 1943 siamo riusciti a vivere pur con tante difficoltà.
In quellepoca vivevano nelle difficoltà quasi tutti gli
italiani. Nel 1940 era scoppiata la guerra e la guerra è orribile
per tutti: i giovani partono per il fronte, difficilmente si trova da
mangiare, vi sono distruzioni, bombardamenti
Treviso rasa al suolo,
Marghera bombardata
Fatevi raccontare dai vostri nonni come vivevano
durante la guerra.
Gli ebrei, oltre ai problemi provocati dalla guerra, vivevano altre
grosse difficoltà: erano stati cancellati dagli albi professionali
tutti i professionisti (avvocati, medici, ingegneri ecc.). Molti i licenziati.
Mio padre, ragioniere, si è messo a tenere amministrazioni di
privati per poter tirare avanti. Vi erano poi difficoltà che
potrebbero sembrare quasi ridicole: ad esempio, eravamo spariti dallelenco
telefonico; non si poteva andare in spiaggia, lentrata alle zone
del Lido era proibita.
Per strada qualcuno ti urlava dietro, in certi locali pubblici cera
affisso fuori un cartello In questo locale non si accettano né
i cani né gli ebrei (proprio come avete visto nel film La vita
è bella di Begnini). In molti negozi di ebrei scrissero Angolino,
ebrei uguale a spie.
Immediatamente vennero definiti nemici della patria.
I fascisti non tenevano certo conto se uno aveva fatto la guerra del
15 - 18, se era stato ferito, decorato al valore. Era finita
ogni possibilità di riconoscimento anche sul piano civile. Cera
chi aveva avuto incarichi presso ai ministeri, incarichi municipali.
Cerano stati illustri professori universitari che furono cacciati
nel 38 e che furono discriminati da tutti i punti di vista.
Io, da bambina ricevevo insulti da monelli e anche da alcune bambine
che erano state mie compagne di giochi. Ricordo ancora alcune canzoncine
che mi offendevano: Ebreo giudeo cavite el capeo che passa el Signor,
doman ti mor; lo faremo batisar co la cassa da sciumar, xe un ebreo
che vol crepar, xe un ebreo che xe crepà.
Qualcuno mi urlava: Sporca ebrea.
Mi dicevo: Ma come sporca? (la mia mamma aveva la mania delligiene)
Ho il collettino bello bianco del grembiulino. Ma perché mi dicono
sporca?
Ecco, soprattutto i bambini assorbono dagli adulti concetti negativi.
Quanto sono pericolosi ancor oggi quei giovani che portano nei campi
sportivi striscioni razzisti che offendono giocatori di colore o stranieri.
Bisogna far capire lerrore del loro comportamento.
Passarono gli anni. Il 30 novembre del 1943 arrivò il decreto,
firmato da Bufalini Guidi, che ordinava che tutti gli ebrei dovevano
essere messi in campi di concentramento.
Quella notte ci sono stati alcuni ebrei prudenti, come mio padre che
si è immediatamente attrezzato per vedere come potevamo nasconderci,
e ci furono quelli che dicevano: Perché devo andare via? Non
ho fatto niente di male, perché devo lasciare la mia botteghetta?
Non capivano che questa sarebbe stata la loro fine.
A qualcuno era nato un bambino (è stato portato via un bambino
di 40 giorni), qualche altro pensava ai propri vecchi. Come lasciare
i genitori anziani? Molti restarono anche per questi motivi. Qualcuno
per ignoranza, ma anche per mancanza di disponibilità economica
(alla faccia di chi diceva e dice che gli ebrei sono tutti ricchi).
Mio padre dovette andare in prestito da amici per poter avere i soldi,
tantissimi per noi, pretesi dai contrabbandieri per farci passare in
Svizzera.
Abbiamo avuto tanti amici che ci hanno aiutato. Se qualcuno di noi è
qui che vi racconta queste storie è perché è stato
aiutato da qualcuno, e non era facile aiutare un ebreo perché,
se scoperto, avrebbe fatto la stessa fine.
Ma ci sono stati anche i delatori, delatore vuol dire spia.
I tedeschi non potevano sapere le strade, i numeri anagrafici di Venezia
che vanno per sestiere fino al 2000 e oltre. Evidentemente sono stati
accompagnati da qualcuno, dai fascisti della repubblica sociale quando
sono andati a portar via le persone.
E soprattutto ci sono stati gli indifferenti.
Quando vado nelle scuole lo dico sempre ai ragazzi che lindifferenza
è una malattia gravissima, è meglio prendere posizione
anche in senso negativo, ma prendere posizione, essere attenti, attivi,
costantemente vigili per quello che può succedere di negativo
nel nostro paese.
Molti furono indifferenti, dicevo. Ricordo i vicini di casa, tutti sapevano
in che condizioni eravamo, pochi si resero disponibili ad aiutarci.
Qualcuno ci aiutò e riuscimmo a scappare (non tutta la famiglia
però).
Il 5 dicembre 43 portarono via i primi 246 ebrei da Venezia, non
solo nel Ghetto, molti abitavano in altri sestieri, di questi soltanto
otto sono tornati. Lultima sopravissuta è morta la settimana
scorsa, si chiamava Amalia Navarro, ci ha lasciato un diario della sua
terribile esperienza ad Auschwitz.
Il professore Jona, emerito scienziato, primario allOspedale Civile
e presidente della comunità, si uccise piuttosto di dare lelenco
dei correligionari che gli avevano ordinato di consegnare.
Quella notte del 5 dicembre gli uomini li portarono al carcere di Santa
Maria Maggiore e le donne e i bambini li portarono allIstituto
Foscarini, dove oggi cè una scuola, e allora era sede di
un comando fascista.
Da lì furono portati tutti a Fossoli (Carpi, in provincia di
Modena) dove cera un campo di transito, poi alla fine di gennaio
furono trasportati in carri bestiame piombati, tutti ad Auschwitz.
Avevamo avuto sentore dellesistenza di campi: a Roma la deportazione
avvenne nel luglio dello stesso anno e qualcuno aveva visto nella stazione
ferroviaria di Padova, alcuni carri piombati provenienti dalla capitale.
Dalle fessure uscivano delle mani che gettavano fuori dei bigliettini.
Pensavamo che li portassero a lavorare in Germania. Non sapevamo cosa
fosse un campo di annientamento, di distruzione, che i vecchi, i bambini,
gli ammalati sarebbero stati subito uccisi e messi nei forni crematori.
Non era proprio possibile immaginare una cosa simile per una mente normale.
In casa mia, il fatto stesso di essere portati via era parso a mio padre
una cosa così grave da doversi attrezzare immediatamente per
metterci in salvo. Temevamo anche che qualcuno, per interesse, ci denunciasse,
poiché per ogni ebreo un delatore incassava 5000 lire.
Qualcuno della comunità scappò in campagna dicendo di
essere sfollato per paura dei bombardamenti, qualcuno si nascose in
casa di amici, qualche altro cercò di andare verso il Meridione
sperando che Roma venisse presto liberata.
Gli Alleati erano sbarcati in Sicilia, salirono molto lentamente lo
Stivale e si fermarono per molto tempo sulla linea gotica.
Chi scappò verso il Meridione dovette attraversare gran parte
dellItalia subendo gravi pericoli e non tutti arrivarono a Roma.
Dallalto erano scesi i tedeschi da Bolzano occuparono tutta lAlta
Italia e liberarono Mussolini che, destituito, era stato sostituito
dal governo Badoglio. Nei 45 giorni del governo Badoglio né il
capo di governo, né il re Vittorio Emanuele III cancellarono
le famigerate leggi razziali. Mussolini, di nuovo in carica, fondò
la Repubblica Sociale Italiana che si adeguò ai metodi dei nazisti,
con provvedimenti ancora più atroci contro gli ebrei e contro
gli oppositori del regime.
LItalia era quindi divisa in due parti.
Parecchi giovani ebrei, visto che si erano formate le Brigate Partigiane,
andarono a combattere in montagna con lobbiettivo di salvarsi
come ebreo e di combattere per la libertà dItalia contro
i nazifascisti.
Nel 44, i fascisti locali consigliarono di mettere i vecchi in
Casa di Riposo ebraica assicurando che lì sarebbero stati al
sicuro. Così molti vi avevano portato i nonni fidandosi delle
assicurazioni fasciste.
Invece, nellagosto deportarono tutti i vecchi, con il rabbino
Ottolenghi cieco, qualcuno non era in grado di camminare perciò
lo caricarono in una carriola da muratore.
Chi si era nascosto in manicomio sperando di passare per matto o chi
tentò di farsi operare allOspedale Civile, fu portato via
con lo stesso convoglio degli anziani della casa di riposo. Furono portati
nella Risiera di San Sabba (Trieste), un campo di annientamento italiano,
con il forno crematorio. Quelli che rimasero in vita furono trasferiti
ad Auschwitz. Nessuno ritornò.
Noi, parte della famiglia, siamo riusciti a passare in Svizzera, perdemmo
gli anni di scuola, perdemmo la casa.
I fascisti avevano requisito tutti i beni degli ebrei. Quando siamo
tornati a Venezia, dopo la Liberazione, abbiamo trovato la nostra casa
occupata da tredici persone.
Perdemmo parenti, amici, compagni di scuola. Il mio ritorno non fu felice.
La volontà fu quella di recuperare gli anni scolastici, di rimetterci
a posto, di ritrovare il posto di lavoro di mio padre per riorganizzarci
e per restituire i denari che gli amici ci avevano prestato per fuggire.
Avevo 17 anni e a 17 anni si ha tanta voglia di vivere.
La
presenza degli Ebrei nella città insulare è documentata
fin dallinizio del dodicesimo secolo ma pare che loro insediamenti
preesistessero a quella data. La legislazione della Repubblica di Venezia
nei loro confronti fu per secoli quanto mai ambigua con un continuo
alternarsi tra tolleranza e persecuzione.
Espulsi una prima volta dalla città nel 1298 gli Ebrei si trasferirono
in Terraferma nella zona ad ovest di Mestre allora chiamata Pirago:
nellattuale denominazione di Piraghetto sono conservati lantico
nome della località ed il ricordo dellinsediamento ebraico.
Oltre, verso Chirignago cè la via del Ghetto.
Dopo la riammissione in Venezia, nuova espulsione tra il 1391 ed il
1395 e poi ancora un susseguirsi di decreti di bando e di condotta cioè
di autorizzazione al rientro ed alla permanenza in città a tempo
determinato.
Non vi è dubbio che la Comunità ebraica in Terraferma
oltre ad avere avuto notevole consistenza, ebbe anche importanza per
leconomia del territorio.
Basti citare un caso. A Mestre si era ottenuta dal Governo della Repubblica
lautorizzazione alla creazione di un banco di pegni e la gestione
fu affidata ad Ebrei.
Quando nel 1581 il Vescovo di Treviso richiamò i Mestrini perché
non intrattenessero rapporti di nessun genere con Ebrei, quelli interposero
ricorso al Governo per non essere privati di quella utilissima istituzione
quale poteva essere un banco di pegni.
Poiché questo continuò a sussistere in Terraferma è
facile immaginare quale sia stato lesito del ricorso.
Il
19 luglio 1573 il Consiglio Civico presentava domanda al Governo della
Repubblica perché fosse autorizzata in Mestre, come già
avvenuto a Venezia, la istituzione di un banco di pegni.
Lautorizzazione fu concessa con ducale del 23 novembre 1573 e
fra i Provveditori ed i fratelli ebrei Vivian e Jacob fu elaborato un
progetto di contratto nel quale erano fissate le modalità di
gestione del banco e linteresse per le somme concesse contro pegno
che non doveva superare il dieci per cento e questo soprattutto per
agevolare la povera gente.
Avuta lapprovazione del contratto da parte del Consiglio Civico
il 10 dicembre 1573, il banco cominciò lattività
lanno successivo.
Non è dato di conoscere per quanto tempo questa istituzione abbia
potuto funzionare.
Dal
libro: Uomini, cose e fatti di Mestre di Luigi Brunello.