Stranieri a scuola | |||||
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Voci dal mondo. | |||||
di Gabriella Tacchia e Graziella Mazzoni | |||||
Come ogni anno noi di editoria intervistiamo qualcuno dei nuovi iscritti ai corsi E.D.A. perchè ci racconti qualcosa del Paese da cui proviene: le tradizioni, gli usi e costumi; ci interessa sapere l’impatto che hanno avuto quando sono arrivati in Italia e come si sono organizzati. Abbiamo raccolto le testimonianze di tre giovani. Le aspettative di una vita migliore in alcuni casi vengono deluse, per contro molti altri si inseriscono bene nel nostro tessuto sociale.
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Olga Melekestseva proviene dall’Ucraina che ha per capitale Kiev. La sua città natale è precisamente Kamenez-Podolskiy, città di circa centomila abitanti situata nella parte occidentale del paese. Questa bellissima cittadina è divisa in due parti, quella nuova costruita con criteri moderni e la parte vecchia carica di storia. La nostra Olga, una bella ragazza di diciotto anni che si è lasciata intervistare per il nostro giornale, è di religione ortodossa, come la maggior parte dei suoi connazionali, è figlia unica di padre ucraino e di madre nata in Ucraina, ma di genitori armeni. Lavora di mattina in un albergo a Venezia e di pomeriggio frequenta la scuola per prendere il diploma di terza media. Ora vive con i genitori e la nonna, ma la prima ad arrivare in Italia, circa otto anni fa, è stata la madre che si è adattata a svolgere qualsiasi lavoro: donna delle pulizie, operaia, badante. Poco dopo è arrivato il padre, che ora lavora come meccanico in una ditta vicino a Marghera. In seguito è venuta la nonna materna ed infine, nel novembre del 2004 Olga ha lasciato il suo paese e si è riunita alla famiglia. In Ucraina ha lasciato gli altri nonni e alcuni amici. Per quanto riguarda la scuola Olga, come primo approccio, lo ha sperimentato in un’altra sede, ma ci dice che non ha imparato molto, poiché non le piaceva il metodo e il comportamento dei compagni. Meno male che, tramite alcune amiche, è approdata alla Giulio Cesare e qui, dice, si trova benissimo; l’ambiente le è familiare, i compagni simpatici ed i professori disponibili e, cosa più importante, si sente integrata. Al suo paese aveva già frequentato per undici anni la scuola, ottenendo anche un attestato infermieristico, per cui quando avrà terminato qui in Italia, potrà continuare il corso di infermiera. Parla l’italiano già molto bene, forse questo è dovuto al suo lavoro che la porta in contatto con molte persone e quindi a dover parlare la nostra lingua. Invece, data la diversità dell’alfabeto cirillico dal nostro, Olga ci dice che fa molti errori quando scrive, ma col tempo imparerà ad evitarli e scrivere correttamente. Borsy, minestrone rosso. Ricetta di Olga Si prepara un bel brodo di carne. Si tagliano le verdure: cipolla, carota,verza e la barbabietola rossa (si chiama “minestrone rosso” proprio perchè prende il colore dalla rapa).
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Il secondo intervistato è un brasiliano di Vargem Grande do Sul (che in italiano vuol dire Grande Baccello del Sud.) il nome della città si spiega proprio perché viene coltivata una gran quantità di fagioli, che come si saprà è il piatto nazionale brasiliano.
Ronaldo ha voluto lasciare la sua testimonianza scrivendo poche, ma sentite parole sul suo Brasile. Le abbiamo inserite nella sua scheda con alcune frasi di cortesia in italiano che lui ha tradotto in portoghese: vocabolarietto pratico per coloro che vorranno visitare il suo paese.
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Feijoada |
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Piatti Unici Facile 30 m + 12 h Sposiamolo con il classico “ cachaca “, la grappa brasiliana che sicuramente non vi darà problemi di digestione. Eccoci di fronte ad un piatto estremamente gustoso: la fagiolata. La ricetta originale della Feijoada richiede lingua affumicata e carne secca di maiale la cui importazione è vietata in Italia. |
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Ingredienti
Fagioli neri |
per 6 persone
2 kg |
Preparazione
1 Lasciate i fagioli a bagno per una notte intera in un recipiente con molta acqua e una foglia di alloro e fate altrettanto con i pezzi di maiale. |
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Romenika Udugodage è una bella ragazza nata a Colombo, capitale dello Sri-Lanka. Questo piccolo stato, conosciuto un tempo come Ceylon, è un’isola a sud dell’India (Asia) e per la sua forma particolare è soprannominata lacrima dell’India ed è una Repubblica Democratica Socialista. Ha diciotto anni ed è in Italia da soli quindici mesi, e già parla l’ italiano correttamente. Vive a Spinea con i genitori, un fratello e una sorella più grandi di lei. Il primo ad arrivare in Italia è stato il papà, che ha trovato lavoro a Firenze, successivamente a Vicenza ed ora vivono tutti a Mestre dove i genitori lavorano insieme. I tre figli studiano: il maschio frequenta il linguistico, la sorella studia e lavora e Romenika la mattina va alla scuola commerciale C.I.F. a Venezia,il pomeriggio è qui da noi perché, per conseguire il diploma della scuola superiore deve prima prendere quello di terza media. Alla Giulio Cesare si trova molto bene ed ha incontrato molti amici ed amiche. Ci siamo fatti spiegare la situazione del suo paese, dove da tanti anni è in atto una guerra civile fra le etnie Tamil e Cingalese, lei non capisce molto di politica, ma sa che sembra una di quelle guerre che non hanno mai fine. Romenika è cattolica come il padre e i fratelli, la madre invece è buddista. In Sri Lanka coesistono altre religioni anche se minoritarie: islamica e induista. Le abbiamo domandato notizie riguardanti il disastro provocato dallo tzunami avvenuto in quella parte di mondo alla fine del 2004 e lei tristemente ci ha spiegato che la sua casa, come molte altre, è stata semidistrutta; fra i suoi parenti ha perso due cugini e molti amici e conoscenti, ma preferisce dimenticare. Nel suo paese la struttura scolastica è pressappoco come la nostra, la differenza sta nel fatto che gli studenti di tutti i gradi hanno la mensa: la colazione della mattina e lo spuntino alle undici, alle due del pomeriggio escono e tornano a casa dove la sera consumano la cena in famiglia. I loro cibi usuali sono riso, pesce e verdura, a volte mangiano anche spaghetti o pizza però ciò che le ha fatto brillare gli occhi è il ricordo dei dolci di casa sua. Le manca anche il clima tropicale di Colombo, caldo e asciutto pure nella stagione delle piogge. Infine le abbiamo chiesto le abitudini dei giovani nel loro tempo libero ed abbiamo scoperto che pochi frequentano le discoteche, a Romenika però piace la musica indiana, inglese e cingalese e i suoi cantanti preferiti sono: Bathya e Iraj. Le ragazze hanno poca libertà, non possono uscire da sole e quando vanno al cinema sono sempre accompagnate da un adulto. Per il vestiario invece non hanno problemi, possono indossare quello che vogliono, solo le musulmane per la loro religione portano il velo.
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