Monologo... “Quando la paura fa novanta”
Mi sto chiedendo in che brutto mondo viviamo, neppure nella propria casa si è più al sicuro.
Vengo svegliata nel pieno della notte da un lieve cigolio, le assi del parquet scricchiolano. Qualcuno è entrato e cammina furtivamente al buio nella mia camera da letto.
D’acchito la mia mente non connette più, è paralizzata. Sto ferma immobile con gli occhi spalancati.
Panico, terrore; penso: “Un ladro, c’e un ladro nella mia stanza”. Tutti i muscoli del corpo sono contratti, mille pensieri si sovrappongono velocemente nella mente.
Cosa, cosa fare? Sì, certo, sto ferma e faccio finta di dormire… grido? No, è più saggio tacere. Accendo la luce? No, forse è meglio di nò. Il cuore mi pulsa paurosamente, sembra voglia uscire dalla cassa toracica. Forse è meglio svegliare mio marito che dorme ignaro accanto a me. Si ma come? Gli dò un pizzicotto? No, non lo sentirebbe, meglio una pedatina, ma! Questo non si sveglia neanche con una cannonata. Una volta avevo sognato che c’era un ladro in casa, gli ho mollato un sinistro in un occhio. Sì sì, si era svegliato. Però ora non posso farlo, il ladro si accorgerebbe che sono sveglia, ma come, come svegliarlo! Ahi sì, ho trovato, con la forza del pensiero. Ti prego uomo, è urgente, svegliati, abbiamo un ladro in casa.” Si muove… si sta strofinando la barba, meno male si è svegliato... no... si è voltato dall’altra parte”. Un rumore, il ladro si e messo al lavoro sta aprendo un cassetto del comò.
“Tanto ladruncolo rimarrai deluso, soldi non ne abbiamo, sei anche un po’ tonto, appoggiato al piano del comò, dietro quelle vecchie bambole c’è un cofanetto, oro c’è n’è poco, è quasi tutta bigiotteria, ma qualche soldino lo ricavi.”
“Ma anche tu Graziella, sei un po’stupida, se quel poco d’oro lo indossavi a quest’ora sarebbe in salvo”. Un cigolio. Apre un altro cassetto. “Ma cosa fai? Non trovi niente”.
I miei occhi si sono abituati all’oscurità della stanza, mi infondo coraggio e guardo in direzione del comò. Mio dio che spavento! E’ un omone grande e grosso questo ladro, sarà alto almeno un metro e ottanta, forse uno e novanta.
Qualcosa luccica sopra il comò. Misericordia! Sì sì, è proprio una pistola.Terrorizzata, chiudo gli occhi. Se questo si accorge che sono sveglia ci ammazza, di certo sarà una persona senza scrupoli.
Nella mente istantanee scorrono le effigie di morte. Il sangue rosso sulle lenzuola bianche cola a rivoli copioso scendendo giù dal letto a formare una pozzanghera sul pavimento di legno.
Il colpo di pistola sveglierebbe i ragazzi che dormono ignari nella loro camera. Rimarrebbero sconvolti, scioccati a quella vista, i genitori agonizzanti, assassinati per poche misere lire. Poveri cari innocenti figli miei, quale destino avverso vi attende!
Il ladro continua a rovistare nel cassetto. Oddio... ci sono le forbici da barba di mio marito, le custodisce gelosamente nel suo cassetto. Anche quello poi! E’ fissato, se le nasconde. Afferma che taglio il ferro con le sue forbici… Pura verità. Sento che il furfante si sta avvicinando al letto... affanno angoscia... il suo respiro è su di me, appoggia la sua mano fredda sulla mia spalla nuda.....Adesso adesso mi colpisce in pieno petto con la forbice. Un miscuglio di terrore, paura mi attanaglia, mi sento soffocare. “No, ti prego, non mi sento ancora pronta per morire, pietà voglio vivere. Almeno a te mio caro marito è risparmiata questa atroce sofferenza, passerai dal mondo dei vivi alla pace eterna dei morti, senza accorgertene”.
“Dio Graziella, asina che non sei altro, quanto tempo è che non ti confessi?!...Prega, raccomanda la tua anima peccatrice al Padreterno, ora che la morte ti è vicina, pentiti donna, le tue carni arderanno nel fuoco eterno dell’inferno, chiedi perdono”. Atto di dolore mio Dio mi pento e mi dolgo di tutti i miei peccati…
Una mano fredda sulla mia spalla nuda.
- Mamma ... mamma ... accidenti, ma dove cavolo metti i fazzoletti?! ..-
Graziella Naccari
|