E’ nato a Mestre l’ospedale tecnologicamente più avanzato d’Italia e all’avanguardia in Europa. La prima pietra è
stata posta il 20 febbraio
del 2004. L’Ospedale è operativo dal mese di aprile 2008. Nell’area sud-est dell’ospedale sorgerà la nuova sede della Banca degli
Occhi del Veneto.
Il nuovo Ospedale di Mestre
Le immagini sono state estratte da: www.nuovospedalemestre.it/immagini
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Il 24 settembre 2007 a Mestre è stato presentato ufficialmente il Nuovo Ospedale progettato dall’argentino Emilio Ambasz insieme ad Alberto Altieri. Si tratta dell’ospedale tecnologicamente più avanzato d’Italia e all’avanguardia in Europa. E’ il più completo esempio a livello nazionale di realizzazione in Project Financing (finanza di progetto) di un’opera pubblica. La prima pietra è stata posta il 20 febbraio 2004 ed è stato consegnato alla fine dell’anno 2007 e operativo dal mese di aprile 2008.
Nell’area sud-est dell’ospedale sorge la sede della Banca degli Occhi del Veneto, prima in Europa per il numero di cornee raccolte e distribuite, è il Centro di ricerca sulle cellule staminali epiteliali. Il laboratorio, nato dalla collaborazione di Banca degli Occhi, Regione Veneto e ULSS 12 veneziana, sarà in grado di potenziare il servizio, erogato per primo al mondo, di distribuzione delle cellule staminali corneali per tutti quei pazienti affetti da patologie fino a poco tempo fa incurabili. Il padiglione avrà una superficie di 5 mila metri quadrati e un volume totale di 22 mila metri cubi.
Si tratta di un edificio a forma di anfiteatro all’aperto dalla forma triangolare, definito da due muri trapezoidali alti 12 metri le cui estremità sembrano toccarsi. Nello spazio triangolare che prende forma dal posizionamento delle due pareti trapezoidali, Ambasz ha immaginato una serie di terrazze giardino distribuite una per ciascun piano. Sulla facciata opposta l’edificio presenta una serie di gradini che conducono ad un’ampia terrazza verde. Gli spazi riservati all’amministrazione, alla ricerca e agli interventi chirurgici sono sistemati ai primi tre piani, mentre un’ampia corte circolare al piano terreno assicura luce necessaria agli spazi dedicati alla formazione che si trovano al piano interrato.
Una parete di vetro che raggiunge l’altezza di due piani divide in due la corte creando un ampio ingresso. Subito fuori la corte sorge un auditorium di 450 posti a sedere. Tutti gli spazi all’interno ricevono luce naturale diretta dalle ampie vetrate sistemate all’estremità delle terrazze. Durante il giorno l’impatto del calore solare è ridotto al minimo grazie alla parziale ombra offerta dalle piante, nonché dalle profonde sporgenze della struttura. Un parcheggio sotterraneo assicura inoltre una continuità di paesaggio verde attorno all’edificio.
Le banche degli occhi e la Fondazione Banca degli Occhi del Veneto
Le banche degli occhi sono strutture sanitarie che hanno il compito di raccogliere, selezionare, conservare e distribuire tessuti oculari idonei e sicuri per il trapianto. Vengono individuate dalle Regioni nel rispetto dell’articolo 4 della Legge 301/93. Le banche degli occhi operano, senza fini di lucro, nel rispetto delle leggi statali, secondo linee guida comuni approvate dal Centro nazionale Trapianti. Sono tenute a mantenere e documentare un sistema di distribuzione etico e trasparente per i centri di trapianto e per i pazienti che vi afferiscono, garantendo la disponibilità di tessuti senza discriminazioni di sesso, età, razza, religione, credo politico, nazionalità altro.
Fondazione Banca degli Occhi raccoglie, seleziona e distribuisce tessuti oculari idonei al trapianto garantendo il 100% delle richieste del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, riuscendo a soddisfare il 35% della richiesta nazionale.
Gli ospedali che collaborano con la Fondazione hanno eliminato le liste di attesa, con tempi di attesa fisiologici che variano da cinque settimane a tre mesi. Fondazione Banca degli Occhi è l’unica realtà europea accreditata da parte di Eye Bank Association of America (EEBA); il rispetto dei requisiti richiesti è garantito da un sistema di gestione della qualità che si estende a tutte le fasi del processo che dalla donazione porta al trapianto di cornea. Fondazione inoltre è membro e sede di European Eye Bank Association (EEBA).
Nascita ed evoluzione della
Fondazione Banca degli Occhi
Fondazione Banca degli Occhi del Veneto viene creata nel 1987, su iniziativa del chirurgo oftalmologo prof. Giovanni Rama e dell’imprenditore Piergiorgio Coin.
Con il tempo Banca degli Occhi assume una diversa connotazione, non più solo raccolta delle cornee, ma anche una proficua attività di informazione e comunicazione, nata nel 1998, per promuovere la cultura della donazione. Nasce così una collaborazione con i medici e personale infermieristico negli ospedali per attivare la donazione di cornee.
Nel 1993 la Regione Veneto nomina Fondazione Banca degli Occhi del Veneto Centro di Riferimento Regionale per gli Innesti Corneali.
Un intenso percorso di sviluppo comincia nel 1996 con la nuova direzione gestionale.
Nel 1998 viene creata l’Area di Comunicazione e Relazioni Esterne e viene potenziata l’Area Medica. L’attività viene estesa in ambito nazionale, soddisfacendo, grazie all’aumento delle donazioni, anche la domanda programmata di molti ospedali al di fuori del Veneto. Parallelamente viene ampliata la tipologia di tessuti per la chirurgia oculare e la gamma dei servizi forniti.
Nel 1999 viene formato un team di medici che oggi garantisce che il prelievo delle cornee in tutti gli ospedali del Veneto e del Friuli Venezia Giulia sia effettuato in modo professionale e sicuro. Nel giro di pochi anni i tempi di attesa per un trapianto di cornea, che erano di 24 mesi, scendono a non più di 16/18 mesi. Aumentato del 70% il numero delle cornee raccolte da Fondazione e in pochi anni si avvia una collaborazione con gli Stati Uniti per l’importazione di cornee per il trapianto, i tempi di attesa scendono ulteriormente e si attestano a 12 mesi. Nel dicembre del 2000 si inaugura la nuova sede di Fondazione Banca degli Occhi, in grado di soddisfare le crescenti esigenze legate allo sviluppo delle attività e dei servizi. Il 2002 è un anno denso di innovazioni e riconoscimenti.
Fondazione Banca degli Occhi, in collaborazione con la Regione Veneto e l’ULSS 12 Veneziana, avvia l’attività di ricerca sulle cellule staminali, divenendo Centro Regionale di Ricerca sulle Cellule Staminali Epiteliali. Viene costituito Eidon, Centro di Formazione e Studi destinato alla formazione permanente degli operatori coinvolti nel processo donazione-trapianto dei tessuti. Vince l’Oscar di Bilancio e della Comunicazione delle Organizzazioni non Profit e ottiene l’accreditamento con il punteggio massimo da parte di Eye Bank Association of America. Nel 2003 crescono ancora le donazioni in Veneto e Fondazione acquisisce l’autosufficienza, evitando l’importazione di tessuti corneali dagli Stati Uniti, tanto che un paziente attende di poter tornare a vedere non più di 30 giorni. Nascono nuovi servizi di diagnosi per la cura di patologie oculari, in collaborazione con i chirurghi oftalmologi. Fondazione diventa sede dell’Associazione Europea delle Banche degli Occhi.
La Fondazione Banca degli Occhi compie vent’anni
Oggi, come vent’anni fa, la missione di Banca degli Occhi resta quella di rendere la donazione delle cornee una scelta consapevole e proporre a chi dona il valore del conforto, oltre a migliorare la qualità della vita di chi è affetto da malattie corneali, in particolare di coloro che hanno bisogno di un trapianto di cornea.
Resta quindi la vocazione di Banca, ma sta sempre più avanzando il ruolo di sinergia con gli istituti europei e partner privati per poter sviluppare progetti di ricerca e formazione.
Fondazione si sostiene attraverso il rimborso spese da parte delle Unità Sanitarie Locali per i tessuti distribuiti dai chirurghi a scopo di trapianto, a questi fondi vanno aggiunti i contributi della Regione Veneto, le donazioni da parte di organizzazioni, imprese e privati.
Essendo una organizzazione non lucrativa di utilità sociale, utili o avanzi di gestione non possono essere distribuiti, ma vengono reinvestiti in opere e in attività svolte a perseguire la finalità della Fondazione medesima. Nel mese di ottobre 2007, la Giunta Regionale del Veneto ha stanziato 2.500.000 euro per la Fondazione. Ne ha dato notizia l’Assessore alla Sanità con il comunicato stampa n. 1627 del 16/10/2007, spiegando che la Fondazione Banca degli Occhi E’ l’unica realtà al mondo in grado di distribuire lembi di cellule staminali epiteliali corneali ricostruiti in vitro per curare le patologie dell’occhio non risolvibili con il solo trapianto di cornee. Inoltre, è anche la struttura più importante del nostro Paese e d’Europa per la raccolta, la selezione, la distribuzione e il follow up di tessuti corneali per trapianto.
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Dopo una lunga malattia il 28 dicembre 2007 si è spento il professor Giovanni Rama. Un luminare dell’oculistica.
Giovanni Rama è stato l’ideatore e cofondatore di Fondazione Banca degli Occhi del Veneto, di cui è stato consigliere di amministrazione per oltre vent’anni. Veronese di nascita, dopo la laurea si specializza nelle migliori cliniche universitarie oculistiche d’Europa: Barcellona, Losanna, Ginevra, Lione, Parigi, Liegi. Dopo aver diretto la divisione di Oculistica dell’Ospedale di Feltre, crea e dirige la divisione oculistica dell’Ospedale di Mestre, diventata un polo di riferimento a livello internazionale. Nella sua lunga carriera ha effettuato cinquantamila interventi solo a Mestre, e seimila interventi di trapianto di cornea. Tra i promotori della legge sui trapianti del 1993, vanta oltre duemila pubblicazioni scientifiche e numerosissime relazioni tenute nei più importanti congressi internazionali. Negli anni ’80 con i suoi collaboratori visita le migliori banche degli Occhi mondiali: da New Orleans a Baltimora, da Chicago a New York e poi Amsterdam, Bristol, Copenhagen. Di qui l’idea della Banca degli Occhi fondata nel 1987. Nel mese di Marzo 2008 la Fondazione è stata intitolata a Giovanni Rama.
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Nel 1455 il Governo della Repubblica di Venezia assegnò ai Canonici Regolari di S. Salvatore quella zona a sud del Marzenego conosciuta con il nome di Castelvecchio sulla quale insistevano ancora i ruderi di un antico castello o forse di un “castrum” romano. I Canonici lì costruirono una chiesa ed un edificio probabilmente destinato a convento o ad ospizio. Nel 1576 a Mestre il timore della peste portò il Consiglio Civico a prendere misure precauzionali contro il diffondersi del morbo e tra l’altro il 5 di agosto fu istituito un lazzaretto nel fabbricato dei Canonici di S. Salvatore in Castelvecchio. Oltre tre secoli dopo nella stessa zona sorgeva l’Ospedale Civile Umberto I. Per iniziativa dell’allora sindaco di Mestre Giacomo Rossi il 30 giugno 1900 fu costituito un comitato ed aperta una sottoscrizione per reperire i fondi necessari alla costruzione dell’ospedale. I risultati furono soddisfacenti e Pietro Berna, in quell’epoca proprietario dello storico terreno, lo diede in dono: fu subito dato inizio ai lavori che furono condotti a termine nel 1906 ed in quello stesso anno, avute le prescritte autorizzazioni, l’ospedale cominciò a funzionare. |
Dal libro di - Uomini, cose e fatti di Mestre.
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