I nuovi corsi | ||||||
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Corso di geometria. | ||||||
di Ernesto Fassetta | ||||||
Se qualcuno non riesce a capire quanto sia semplice la matematica, è soltanto perché non si rende ben conto di quanto sia complicata la vita. (John von Neumann)
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Normalmente, nell’insegnamento scolastico della matematica, si insegna, e quindi si apprende, come si deve fare per risolvere dei problemi pratici e, generalmente, se ne spiega il perché, quale aspetto più importante dei concetti generalizzati, atti a una valida didattica per la formazione dell’individuo. Ci si dibatte, pertanto, fra meccanismi procedurali, regole, teoremi, formule, numeri fissi, ecc., che seguono il filo logico del ragionamento. La matematica è una disciplina in cui lo svilupparsi della materia e il progredire della conoscenza è affidato esclusivamente al ragionamento logico e al pensiero astratto. Ora, a una certa distanza da quei tempi scolastici, escludendo gli eventuali pochi che per professione o altri motivi abbiano continuato a coltivare questa disciplina, buona parte di tali apprendimenti possono risultare dimenticati o, quanto meno, assopiti in ricordi piuttosto nebulosi. Si propone, perciò, una escursione dimostrativa avente per tema Il cerchio e Pi greco, dalla quale far riaffiorare i vaghi ricordi che portano alla conoscenza, attraverso lo svilupparsi del ragionamento basato su di un processo logico.
Nel cerchio, figura geometrica che prenderemo in esame, sappiamo che esiste un numero strano, quasi misterioso, la cui utilizzazione ci consente di calcolare la lunghezza della circonferenza e l’estensione della superficie. Come si trova la lunghezza della circonferenza del cerchio? Diametro moltiplicato per 3 e 14 (oppure raggio per 6 e 28). E come si calcola l’estensione della sua superficie (o area)? Raggio per raggio per 3 e 14 (o quadrato del raggio per 3,14). Oppure, come si dice con formula e linguaggio più stringato e rigoroso: r2 (Pi greco erre quadrato). Tutto questo, più o meno, lo si ricorda; ma perché bisogna agire in tal modo? Quale è il potere magico di questo numero fisso 3,14 che ci permette di risolvere i due problemi? Certamente non si è mai dubitato della correttezza della procedura, magari assunta dogmaticamente, ma difficilmente si è in grado di afferrarne il significato e quindi il perché.
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Ora, per ben chiarire l’area o superficie del cerchio, prendiamo in esame la superficie dei poligoni regolari, ovvero di quelle figure geometriche conformate da lati e angoli tutti uguali. Nel triangolo, la superficie (S) di calcola S = b h/2 (base per altezza diviso 2). E’ palese che moltiplicando b per h si ottiene la superficie di un rettangolo doppio del triangolo, pertanto bisogna dividere per 2. Riferiamoci adesso, a titolo di esempio, a un poligono regolare di sei lati: l’esagono. Questo può essere diviso, unendo i vertici con il baricentro (o mediante le 3 diagonali maggiori), in 6 triangoli uguali (nel caso dell’esagono sono equilateri). Per calcolare la superficie si dovrà trovare quella di un triangolo (b h/2) e poi moltiplicare per 6 (i triangoli che coprono l’intera superficie); quindi, S = 6 b h/2. Sei volte il lato corrisponde al perimetro (p) e l’altezza del singolo triangolo si dice apotema (a) del poligono, perciò l’area assume questa nuova definizione: S = p a/2 (oppure: 1/2 p a, semiprodotto del perimetro per apotema). La superficie è dunque scomponibile in 6 triangoli uguali affiancati e corrisponde a metà dell’area del rettangolo che ha per lati p e a, ed è equivalente a un unico triangolo avente p = b e a = h. |
In forza di quanto detto, possiamo adesso dedicarci a comprendere perché la superficie del cerchio è dettata dalla formula r2, il che sta a significare che l’area del cerchio equivale a 3 volte più 14 centesimi l’area del quadrato costruito sul raggio dello stesso cerchio. La somma delle superfici dei 3 quadrati di lato r, più la frazione, equivale alla superficie del cerchio. Ma perché dunque? Il cerchio, come tutti i poligoni regolari, secondo l’enunciazione archimedea, può essere trasformato in un triangolo equivalente, datosi che il cerchio è da considerarsi un poligono regolare con un numero infinito di lati. Il triangolo equivalente avrà per base una lunghezza pari alla circonferenza rettificata (AB) del cerchio e l’altezza pari al raggio. Pertanto il calcolo sarà: S = c r/2 (circonferenza per raggio diviso 2). Ma la circonferenza, come detto in precedenza, è 2 r quindi, sostituendo la c, avremo 2 r r/2; semplificando (dovendo raddoppiare e poi dividere a metà le due operazioni si annullano), eliminiamo il primo e l’ultimo 2: 2 r/2 abbiamo così ottenuto la formula rr ovvero r2, come volevasi dimostrare. |