Stranieri a scuola
Voci dal mondo
di Graziella Mazzoni e Roberta Coldel

È iniziato un nuovo anno scolastico e puntualmente torniamo a intervistare i nuovi studenti iscritti ai corsi E.D.A. Sono sempre più numerosi e disponibili a raccontarci le loro storie, storie di vita vissuta con lo sguardo colmo di nostalgia, ma sempre pieni di speranza per un futuro migliore.


 

Mariana Gajlu è una ragazza di soli 15 anni è arrivata dalla Moldavia precisamente da Jaloveni vicino a Chisinau. È in Italia da un anno e quattro mesi e parla già discretamente l’italiano.
È arrivata nel nostro Paese con il padre e il fratello perché qui c’era già la madre che lavorava. In quanto all’inserimento nel nostro tessuto sociale ha avuto difficoltà solo all’inizio a causa della lingua, ma con l’inizio dell’anno scolastico l’ha superata. Ci ha raccontato che, secondo lei, non ci sono sostanziali differenze tra la nostra scuola e quella Moldava.
Ciò che è diverso rispetto al nostro Paese è invece la religione, in quanto loro sono per la maggior parte ortodossi.
I momenti felici, quando viveva nel suo paese, erano costituiti dal giocare con gli amici sulla neve, cosa che peraltro qui le manca molto.
Di quello che ha visto dell’Italia le piace quasi tutto e ciò che più gradisce è il cibo, per quanto riguarda le persone che ha incontrato, ritiene che alcune siano più simpatiche di altre.
Alena Kasovich invece viene dalla Bielorussia precisamente da Minsk che è la capitale e della quale lei dice che è bella, pulita e accogliente. Ha 27 anni e dopo una vacanza in Germania ha voluto visitare anche l’Italia dove ha incontrato l’uomo della sua vita e per lui ha lasciato tutto: casa, lavoro, e famiglia.
Ora vive stabilmente nel nostro paese da 18 mesi, all’inizio è andata ad abitare a Venezia ma per comodità ora abita a Marghera dove ha incontrato persone ben disposte e pronte ad aiutarla.
Per imparare l’italiano ha cercato di frequentare dei corsi e per questo l’hanno indirizzata alla nostra scuola e a proposito di scuola lei dice che in Bielorussia i bambini studiano molto più che in Italia tanto che non hanno neppure il tempo per giocare. Per quanto riguarda la sanità afferma che sicuramente la loro è migliore perché da noi ha avuto un’esperienza negativa.
Alena si professa ortodossa ma nella sua famiglia coesistono cattolici e ortodossi.
Dice di essere un persona serena sempre capace di fare scoperte e trovare qualcosa di speciale.
Del suo paese le manca l’amore e il sostegno che le dà la famiglia, il cibo invece non le manca affatto perché non ha trovato differenze se non nel nome, ha invece trovato sostanziali differenze per quanto riguarda l’attenzione verso l’ambiente da loro tenuto molto in considerazione anche nelle piccole cose, come gettare carte per terra:trova che in Italia alcune persone purtroppo non rispettino ciò che è proprietà comune.
I sogni futuri di Alena sono quelli che vorrebbero tutte le donne del mondo: una bella casa, possibilmente con piscina, una famiglia e un uomo….e basta.
Codou Seck viene da Kaolack, vicino a Dakar che è la capitale del Senegal. Dopo gli studi universitari nel suo paese, è andata a Parigi per la specializzazione dove è rimasta un anno. Là ha avuto una proposta di lavoro e per sette anni ha prestato la sua attività lavorativa ad Eurodisney.
Ha conosciuto un italiano con il quale si è sposata e si è trasferita a Mestre.
Per quanto riguarda il lavoro ha subito incontrato problemi di integrazione proprio per il colore della sua pelle e sostiene che almeno il 40% delle persone, pur affermando di non essere razziste, non sono aperte alle persone di colore.
Per imparare l’italiano è venuta a contatto con il sindacato che l’ha indirizzata alla Giulio Cesare, purtroppo i suoi titoli di studio, quelli del Senegal e quelli di Parigi, qui in Italia non sono validi. Ciò che le manca è il suo paese non soltanto la famiglia che ha lasciato, infatti quando il marito andrà in pensione faranno ritorno in Senegal.
Ora vive tranquillamente a Mestre e le piace molto cucinare cibo italiano, però non vuole ascoltare notizie negative dal telegiornale.
E’ stata intervistata ancora una ragazza di 15 anni di nome Yana Kozhemyakina di nazionalità ucraina nata Kharluv.
Yana è qui da pochi mesi, è venuta perché c’era la madre che già lavorava da sette anni a Mestre.
Nel suo paese ha lasciato la nonna, gli zii e gli amici.
Ha avuto difficoltà a farsene di nuovi perché non conoscendo l’italiano comunicava solo con ragazzi russi.
In Ucraina ha frequentato la scuola dell’obbligo e quella di musica e secondo lei, al suo paese, lo studio è più impegnativo che in Italia.
E’ stata indirizzata alla nostra scuola da altri amici che intendevano imparare l’italiano come lei e come altri ragazzi della sua età le piace studiare e nel tempo libero divertirsi con ragazzi della sua età anche se ha nostalgia di quelli lasciati a Kharluv. Una cosa che non avevamo ancora riscontrato nelle precedenti interviste, è il non aver trovato differenze tra i due paesi. Dell’Italia le piace tutto, abitudini delle persone comprese e nel suo futuro c’è lo studio, lo studio e ancora lo studio e quando sarà molto più grande di adesso… famiglia e figli.
Wilson Mustelier Rizzeria venticinquenne nata a Santiago, Cuba, è venuta in Italia perché si è innamorata; sposata e da un anno e due mesi vive a Quarto D’Altino. Ha lasciato tutta la famiglia nella sua bella isola. A causa della lingua ha avuto qualche difficoltà di inserimento con le persone. A Santiago ha frequentato l’Università. La differenza tra la scuola italiana e quella cubana, secondo lei, sta nell’insegnamento che a Cuba è migliore e sono anche più numerose le ore di lezione.
Ciò che le manca del suo paese più di tutto è l’affetto della sua famiglia, poi il clima della sua isola e la comunicazione con le persone. Dell’Italia apprezza le bellezze naturali e i suoi monumenti carichi di storia. Per il futuro vorrebbe diventare estetista e, formata già la famiglia, allargarla con la nascita di un figlio, o forse due, chissà.
Zhang Bing Ling ha sedici anni ed è nata in Cina però ci è vissuta poco perché è stata prima in Francia; è in Italia da cinque anni insieme ai genitori. Ha lasciato a casa tutto il resto della famiglia, infatti le manca molto il nonno. Si è stabilita a Mestre perché i suoi lavorano nel bar della cugina e la difficoltà d’inserimento consiste proprio nel convivere tutti insieme. Per imparare l’italiano gli amici l’hanno indirizzata alla Giulio Cesare dove frequenta i corsi di scuola media.
Dell’Italia le piace la gentilezza della gente e soprattutto il cibo e al futuro, poiché ha solo quindici anni, ancora non ci pensa.
Passiamo ora ad una bella ragazza del Nepal, il suo nome è Lama Pasang, è nata nel 1985 ed è in Italia da soli nove mesi. Al suo paese ha lasciato il padre ed il fratello e lei ha preferito venire a Mestre perché c’è una sua sorella. Ha avuto un pò di difficoltà all’inizio sia per la lingua ma soprattutto per il lavoro: lei lo cerca ma non è facile trovarlo. In Nepal ha frequentato il college e dice che tutto sommato non ci sono sostanziali differenze tra il suo paese e il nostro. Le mancano i genitori e gli amici. Le piace molto il nostro cibo e per quanto riguarda il futuro ancora non ha fatto progetti.
Questo giovane si chiama Thiam Mame Babe, ha 15 anni e viene dal Senegal precisamente da Louga piccolo paese situato nella regione di Nguidile. La sua avventura inizia per la passione del calcio che accomuna molti giovani. Lui si è trovato a giocare in una squadra e con il loro allenatore sono andati a fare una prova in Portogallo che non è andata bene, allora con uno zio, passando dalla Spagna è arrivato in Italia. Qua c’era già la zia che lo ha accolto in casa sua. Ora Thiam sta facendo la terza media e contemporaneamente continua a giocare a calcio nel Real San Marco. Inutile dire che le sue aspettative sono quelle di restare in Italia, trovare un lavoro per non essere di peso alla zia e di poter continuare a giocare e magari fare fortuna. Noi gli auguriamo che il suo sogno si avveri. Ha molta nostalgia della mamma, nonna e sorelle e quando potrà farlo andrà in Senegal a trovarle.
Questa signorina è Nata Safaler, ha 22 anni e viene dalla Moldavia, il suo luogo di nascita è Cobusca Veche ma ha vissuto a Rezina un piccolo paese di quattromila abitanti. Nel suo paesino esiste una scuola materna, una scuola superiore, un ospedale, una chiesa e una biblioteca, però dice Nata che è bello ed ha un bel paesaggio collinare.
Ha lasciato il suo luogo natale per cercare una vita migliore E’ in Italia da tre anni. Ha nostalgia dei nonni, cugini e amici. Mestre, come città di residenza, l’ha scelta sua madre perché voleva vedere Venezia. La mamma è arrivata per prima poi siamo arrivati noi e si è ricongiunta la famiglia.
Non ha avuto nessuna difficoltà ad inserirsi nella società, anzi si è trovata benissimo.
Ha frequentato la scuola media e poi le superiori, come il liceo da noi, ha acquisito il diploma di maturità e poi è venuta qui, a Mestre.
La differenza tra la scuola moldava e quella italiana consiste solo nella quantità di compiti in classe che loro svolgono ogni due mesi mentre secondo lei qui sono più frequenti.
In questa scuola mi ha indirizzato mia madre, perché un fratello più grande di me, ha già studiato qui ed un’altro più piccolo, sta ancora studiando.
La mia tipica giornata: mi alzavo alla mattina presto e dopo aver curato la mia persona e fatto colazione me ne andavo a scuola fino alle ore 14. Fino all’età di quindici anni ho dovuto fare la donna di casa, mia madre era espatriata in Italia, a Mestre, in cerca di lavoro. Dovevo fare tutto ciò che bisognava fare sia per me, per mio padre e per i miei due fratelli. Riuscivo a fare tutto questo e alla sera mi guardavo un film oppure andavo con gli amici a giocare sulla neve. Invece, se era d’estate, sempre con gli amici, ci mettevamo attorno ad un fuoco a chiacchierare, a scherzare.
Del mio paese mi manca la cucina, gli amici, al mio paese c’è più allegria e anche se lo stipendio è basso, sia per un operaio che per un professionista, e quindi non arrivi alla fine del mese, la gente è più tranquilla, più rilassata. Invece qui, le persone sono molto più nervose. Di questo mi sono resa conto in tre anni che sono qui.
Sicuramente, il tenore di vita è più alto del nostro paese, c’è il lavoro e quindi si vive meglio.
Nel mio futuro oltre che finire la scuola media e il corso di turismo che frequento presso l’istituto Gritti, vorrei poter trovare un buon lavoro, comprarmi una casa, una macchina, viaggiare.
Si chiama Olga Gaibel ha quindici anni e viene dalla Moldavia, precisamente da Tiraspol suo paesino natale che, ci racconta Olga, è tanto piccolo dato che oltre la strada nella quale abitava c’è solo la scuola e basta. Lo ha lasciato per riunirsi al padre che era già in Italia lasciando la zia e i cugini, la mamma le è morta due anni fa.
Dopo essere stati a Roma e Milano hanno scelto Mestre per consiglio di un amico del padre che era già inserito nel lavoro. Olga, forse anche per la sua giovanissima età, non ha trovato nessuna difficoltà ad abituarsi alla nuova vita e ci dice che non le manca niente della Moldavia.
In quanto ai progetti per il futuro ancora non li ha fatti.
Si chiama Ahmmed Hosan e viene dal Bangladesh, sua città natale è Chandpur. Anche lui è giovane, solo diciotto anni ed è in Italia da undici mesi. A casa ha lasciato la sorellina, la cugina ed un’amica. A scegliere Mestre sono stati i genitori. A Chandpur ha frequentato la scuola per dieci anni e dice che non ci sono sostanziali differenze tra le due Nazioni.
Del Bangladesh gli mancano gli affetti dei parenti che non sono potuti venire con lui. Ed in futuro pensa di restare in Italia e poter svolgere l’attività di cameriere.
Ecco qua un’altra ragazza di soli quindici anni, il suo nome è Zohora Hoque e viene dal Bangladesh precisamente da Barishal. Anche lei è venuta a Mestre perché c’erano già i suoi genitori, lei è qua da solo sette mesi. Come altri giovani ha dovuto lasciare i nonni, i cugini e la zia.
Pure Zohora dice che non ci sono molte differenze tra la scuola del suo paese e questa che sta frequentando. E’ di religione musulmana e trova difficoltà a praticarla, forse per mancanza di moschee. Anche a lei mancano l’affetto dei familiari e la compagnia degli amici restati a Barishal. Dell’Italia le piace tutto, scuola, professori e anche i nuovi amici; progetta di finire la scuola, trovare un lavoro per aiutare i suoi genitori e in futuro tornare in Bangladesh.
Si chiama Anton Kaleli ha quindici anni anche se è grande e grosso e viene dall’Albania.
E’ nato a Lezha ed è arrivato con la madre perché il padre e il fratello erano già a Mestre. E’ in Italia già da tre anni e mezzo e parla un buon italiano, al suo paese ha lasciato zii, cugini e amici. Anton non ha peli sulla lingua e ci dice che Mestre non gli piace, ma deve restare per il lavoro dei suoi.
Qualche difficoltà iniziale l’ha avuta, ma ora amici se ne è fatti di nuovi. Riguardo alla scuola non ci sono differenze, studiare si deve in tutte le scuole del mondo e lui non è proprio portato allo studio visto che le bocciature non gli mancano.
Anton dice che quando era in Albania andava scuola, ma poi il pomeriggio era libero di andare a spasso con gli amici, qui invece è impegnato mattina e pomeriggio e quindi non ha tempo per i divertimenti. Noi gli auguriamo che gli venga un attacco di buona volontà.
Dell’Italia gli piace l’ambiente, la natura e non lo studio, ma questo lo avevamo già capito. In futuro gli piacerebbe diventare cuoco e tornare in Albania.