Che cos'è il tabacco? (Nicotiana Tabacum)

E' una pianta erbacea, generalmente annuale, di origine americana trasportata in Europa da Cristoforo Colombo. E' una solanacea dal portamento arbustivo, con fusto eretto e foglie alterne, molto ampie, di una consistenza abbastanza ruvida e di forma ovale allungata. I fiori, bianchi, rosa, rossi o violacei a seconda della varietà, hanno corolla a tubo allungato ed ampio e si raccolgono terminalmente in corimbi, il frutto è un capsula a triforme in cui si conta numerosissimi semini, bruni, ovali e rugosi. Tutta quanta la pianta è viscosa per numerosi peli glanduloso-resinosi. Della pianta del tabacco si utilizzano le foglie, dalla cui lavorazione si ottengono prodotti come i sigari, le sigarette, e truciolati ed anche residui di questa produzione, come possono essere le polveri parassitarie e gli estratti di tabacco. Le foglie contengono, oltre a numerosi altri componenti, la cellulosa, proteine, resine, oli eterei, acidi organici e loro sali, un alcaloide, la nicotina, cui si deve l'azione del fumo sul sistema nervoso e sul cuore e che pare debba essere il maggior responsabile dei riflessi dannosi dello stesso organismo umano. La percentuale di nicotina presente nelle foglie varia dallo 0,60 per cento al 9 per cento. Del tabacco si coltivano numerose varietà, rispondenti ai diversi tipi di aromi dei sigari e delle sigarette. La qualità del prodotto è legata all'ambiente in cui la pianta cresce, all'umidità, alla luce e alla concimazione. ...

Un po' della sua storia

Sembra che fin dal primo secolo dopo Cristo gli indiani dell'America settentrionale usassero il tabacco in occasione di riti religiosi o magici, fumandolo in grosse pipe di pietra rossa intagliata, oppure avvolgendo le foglie nell'involucro delle pannocchie di granoturco. In seguito, pur conservando in parte il suo originario carattere sacrale, esso divenne di uso comune fra gli indigeni. Alcune tribù lo fiutavano, dopo averlo preventivamente polverizzato a mezzo di un rudimentale strumento costituito di una canna vuota a forma di Y, la cui parte superiore veniva infilata nelle narici. La fama delle virtù terapeutiche del tabacco indussero gli europei a tentare coltivazioni su larga scala, dapprima nella stessa America quindi in Europa. I primi semi di tabacco vennero portati in Spagna nel 1599 da Francisco Hernandez Boncolo di Toledo, fu tuttavia Jean Nicot a favorire la diffusione del tabacco, consigliandone l'uso alla corte di Francia. Giudicato come rimedio per alcune malattie fu ben presto di moda, non solo presso la corte di Caterina De' Medici, ma nell'intera Europa. In omaggio a Nicot, il botanico Jacques Dalechamps dette alla pianta il nome scientifico di "Herba Nicotina". Dal '600 il tabacco divenne un genere voluttuario. Fumare o fiutare tabacco era ormai una specie di mania collettiva, nonostante gli appelli dei medici che avevano cominciato a considerarlo dannoso. Ragioni di politica interna o religiosa avevano imposto regimi monopolistici o divieti di coltivazione: un decreto cinese del 1638 prescriveva per i trafficanti la decapitazione, pene severissime erano previste in Russia. Tuttavia il tabacco aumentò la sua universale popolarità, che raggiunse il massimo incremento con largo consumo dei sigari e delle sigarette a partire dalla metà dell'Ottocento fin alle punte massime dei giorni nostri.