Al Presidente del Consiglio P. C. al Pres. della Repubblica |
MESTRE 12/8/1999 |
Oggi 12 agosto nel telegiornale delle ore 20 (Canale 5) sono
stati resi noti gli importi delle pensioni di alcuni uomini politici e del
Presidente della Repubblica, pensionati a cui va aggiunto un lauto stipendio,
ora anche se niente ci dovrebbe più indignare, non posso fare a meno di pensare
all’effetto che tale notizia deva aver suscitato nei nostri pensionati, me
compresa.
Nel 1997 è andata in vigore la legge che diminuiva le pensioni minime,
nonostante si vociferasse da sinistra a destra che non si dovevano toccare; in
quei giorni mi trovavo nell’ufficio INPS, ho dovuto fare due ore di coda
perché era pieno di persone per lo più anziane, donne rimaste sole a cui l’accumulo
di due minime, già di per sé non vivibili è stato considerato un onere
insostenibile per lo stato, al punto di essere ritoccate al ribasso, persone che
esprimevano la disperazione in quanto anche il più piccolo ribasso creava un
dramma nel dramma.
Al mio rientro a casa ho inviato una lettera al Presidente in carica, dicendo
che consideravo la nostra classe politica un branco di iene, allora ero molto
arrabbiata, ora sono solo rassegnata, ma ho voluto scrivere a lei, perché è a
questa gente che deve la sua popolarità, il suo Partito rappresentava la
speranza della classe operaia e del ceto meno abbiente, che avrebbe dovuto
tutelare i più deboli, ma ora sembra che stia cambiando direzione, e devo dire
che sono dispiaciuta.
Anche ora si sente dire che le pensioni non si toccano, e questo mi sgomenta, ma
non più per le minime, i cui diritti acquisiti non esistono più, ma bensì per
le massime, che devono essere abbassate, considerando che con poche di quelle
pensioni, non d’oro ma di diamante, si pagano migliaia di povere pensioni. Le
sembrerò irriverente ma io non ho miti, e quando guardo gli anziani che ci
governano li trovo per aspetto, e per i loro bisogni, uguali agli anziani di
tutto il mondo, ma la sola cosa che ci accomuna è che con tutti i loro soldi,
non possono comperarsi la vita. Se così fosse si prenderebbero quella dei
poveri senza nemmeno chiedere il permesso.
Vorrei che tra tanti inutili, dannosi e costosi referendum, ce ne fosse uno per
abolire le pensioni scandalosamente alte e gli innumerevoli privilegi che
favoriscono lo sfascio e uno per stabilire se ci può essere un rimedio a quel
furto legalizzato che è la bolletta del telefono, perché mentre voi vi godete
le ferie, chi rimane a casa vorrebbe almeno sentire una voce amica, ma non se lo
può permettere.
Io da qualche anno non voto più, mi è venuta a mancare la fiducia, ma non per
lei, o per il suo Governo, che gli sciocchi definiscono «Comunista» sapendo
benissimo che per la maggior parte è composto dai soliti nomi di tutt’altra
fede politica, e che operano da decenni lasciando a lei una brutta eredità, e
non credo nemmeno ai venditori di fumo, ed è per la paura di costoro, di quella
destra pericolosa, che le auguro una ripresa, anche se la strada che si sta
percorrendo va in un’altra direzione, ma io sono fedele per natura.
Ai poveri rimane sempre quella diabolica invenzione che saranno gli Eletti, a
loro apparterrà il Regno dei Cieli.
Vorrei pregare il segretario che legge le lettere, di passarle al destinatario
prima di cestinarle, si paga una cifra per questo, Grazie.
Zanon
Angelina
Via Roma, 45 Mestre (Ve)
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Gentile Signora Zanon,
rispondo alla lettera che ha voluto indirizzarmi il 12 agosto con la quale
esprime le sue non positive valutazioni sull’operato del governo di
centrosinistra da me presieduto.
Una lettura della realtà ancorata a quanto fatto in questi tre anni di governo
delle forze progressiste, dovrebbe permettere un valutazione della realtà
diversa da quella così pessimista che emerge dalle Sue parole.
Guardando al complesso dei risultati ottenuti dai governi di centrosinistra, ed
in primo luogo al processo di integrazione europea, al Patto per lo sviluppo, al
progressivo ridimensionamento del debito pubblico ed al contenimento dell’inflazione
(determinante per la tutela dei redditi più bassi), possiamo verificare come
essi costituiscano i presupposti indispensabili per affrontare con successo la
lotta alla disoccupazione ed alle tante disuguaglianze ancora presenti nella
società italiana.
E non vanno dimenticati i numerosi provvedimenti di riforma sin qui avviati
come, ad esempio, per la formazione scolastica, nella sanità e nella Pubblica
Amministrazione.
La stessa riforma elettorale rimane uno degli obiettivi principali di questa
legislatura.
Con una Legge Finanziaria del «’99» il Governo ha disposti l’incremento
del trattamento pensionistico minimo, la diminuzione del carico fiscale sulla
prima casa, misure di sostegno alle famiglie monoreddito; assistiamo inoltre un
costante recupero di risorse dall’area dell’evasione fiscale e contributiva,
frutto di una precisa linea politica e, quel che più conta, stiamo concentrando
tutti i nostri sforzi per rinnovare le prospettive di crescita e di
modernizzazione de Paese.
Sono recenti i dati relativi ad un aumento occupazionale superiore alle
duecentomila unità e questo è un risultato che nessun Governo negli ultimi
anni aveva ottenuto.
La prossima finanziaria andrà nel senso da Lei auspicato nel correggere
squilibri e privilegi esistenti nel nostro sistema previdenziale.
Questo è ciò che stiamo facendo, con i limiti e le contraddizioni che gli
attuali equilibri comportano e dei quali Lei mostra piena consapevolezza. La Sua
astensione dal voto non facilita certo questo processo rafforzando, al
contrario, chi vorrebbe che le riforme in questo Paese non si facessero mai.
È per il cambiamento che stiamo lavorando, ritengo si stia riuscendo a fare
molto, e molto di più potremo fare se continueremo ad avere l’appoggio delle
persone come Lei e della loro passione civile.
Le invio i miei più cordiali saluti