Alcune impressioni di un’allieva del corso di Musicosophia.
 


Rita
16 marzo 2000


Prova a guardare un’immagine per alcuni secondi, poi chiudi gli occhi e prova a descrivere quello che hai visto.
Se ti chiedono: c’era anche questo o quest’altro? forse non te lo ricordi, perché hai "guardato", ma non "osservato".
Devi perciò osservare, memorizzare, confrontare. Dopo, lo potrai anche ricordare e riconoscere.
Lo stesso accade con un brano musicale. Lo ascolti una prima volta, poi la musica si arresta e tu senti che ti è rimasta solo una vaga emozione, forse nemmeno tanto giusta... Devi ria-scoltarlo più volte, concentrarti, e allora ecco che, come per miracolo, le idee espresse dal compositore cominciano ad entrare nel tuo cervello oltre che nel tuo cuore ed entri in sintonia, in comunicazione, con chi ha voluto esprimersi con quella musica
Se poi sei fortunato ad avere vicino un’insegnante preparata e sensibile come Alessandra, a questa esperienza dell’ascolto concentrato e attento della musica, si unisce un ulteriore sviluppo di arricchimento culturale, con approfondimento della materia sia dal punto di vista tecnico che storico e filosofico
Per me, l’essermi accostata a MUSICOSOPHIA è stato come l’affacciarsi alla finestra dell’ultimo piano di un grattacielo: ti si presenta un panorama vastissimo; sai già che non arriverai mai a conoscere tutto, ma ti può dare una certa soddisfazione anche sapere che qualche strada l’hai percorsa, conosciuta o solo intravvista. La tua finestra non è più chiusa, basta solo che ti affacci e ti ritagli un pò di tempo per stare a guardare.
Questo naturalmente è solo l’inizio di un lungo cammino che si snoderà in un percorso pieno di sorprese.
Il tuo corpo, per mezzo del gesto, parteciperà alla conoscenza fisica dell’idea musicale: quando l’avrai capita, l’idea si lascerà "accarezzare" dal gesto delle tue mani.
La rappresentazione grafica dell’idea musicale, come viene fatta dall’ascoltatore digiuno di partiture, note, etc., si fissa sul grande foglio bianco come un segnetto isolato, che ben presto si accompagna a tanti altri segni, che insieme si integrano e si colorano, ricreando una diversa "armonia" che può regalarti immagini inaspettate.
Queste emozioni provate nell’aula assieme ad altre persone che condividono con te l’approccio a questa nuova disciplina, saranno poi superate dall’emozione ancora più forte che proverai incontrando un brano musicale conosciuto e amato, riproposto nella colonna sonora di un film o assistendo ad un concerto: sarà per te come aver ritrovato un amico, che non vedevi da tempo.
Se pensate che abbia esagerato, provate e vedrete!

 

 

Musicosophia non è una filosofia della musica, è principalmente un’arte che ha i sui mezzi nell’ascolto analitico, nel gesto (meloritmia), nel canticchiare. Ciò che il musicologo intende per meditazione musicale è un’attività che permette all’ascoltatore di comprendere il significato più profondo del messaggio musicale e di conservarlo nella propria interiorità. Mediante questa attività l’ascoltatore può aggiungere i propri sforzi creativi a quelli del compositore e dell’interprete e trasformarsi in co-creatore. Solo in tal modo il fenomeno musicale "risultato di una triplice creazione" può dirsi compiuto.
Il modo con cui comunemente recepiamo la musica classica è per lo più molto superficiale. La trattiamo come passatempo, mentre essa è soprattutto un appello all’interiorizzazione, all’autocoscienza e alla ricerca del senso della vita.
George Ballan.
Alessandra Pagan, nata a Padova, è diplomata in chitarra classica presso il Conservatorio di Musica "A. Steffani" di Castelfranco Veneto (TV) ed è laureata in Lettere e Filosofia, indirizzo musicologico presso l’Università degli Studi di Venezia "Ca’ Foscari". Collabora con la Fenice e l’Università di Venezia nell’ambito del progetto Sonopolis. Dal 1993 partecipa ai seminari di Musicosophia sia in Germania che in Italia e ha conseguito nel ’98 il diploma di formazione per l’insegnamento di tale metodo. Esercita attività didattica sia nell’insegnamento di musicosophia che di strumento.