Scuola Grande di San Rocco
Sala Capitolare della Scuola
Grande di San Rocco
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A Venezia le prime
associazioni tra liberi lavoratori si fanno risalire al secolo XI; sin
dall’inizio queste congregazioni erano animate da uno spirito religioso,
ereditato dalle scuole di devozione, ma sotto la stretta vigilanza della
Repubblica.
Nel 1261, infatti, Venezia costituisce due magistrature, della
"Giustizia vecchia" e della "Giustizia nuova", al fine
di controllare le merci prodotte, i prezzi di vendita e di approvare gli
statuti corporativi chiamati "Capitulari" o, più comunemente,
"Mariegole", termine veneziano che significa: "Madre
Regola".
Ogni Scuola alla sua nascita eleggeva un Santo Protettore, infatti, prima
che nascesse l’edificio della "Schola", le riunioni
corporative si tenevano nelle chiese ove aveva sede il Santo prescelto. La
ricorrenza del giorno in cui si celebrava il Santo Protettore di una
confraternita veniva tenuta una processione; inoltre nel giorno di San
Marco, patrono della città di Venezia, ogni congregazione si recava in
Basilica portando in corteo il proprio stendardo.
Le scuole si suddividono in: Scuole Grandi e Scuole Minori. La differenza
fondamentale sta nel fatto che le "Scholae" Grandi, più ricche,
si facevano carico di assistere poveri ed infermi, di procurare una dote
alle giovani più povere e di sostentare le vedove, mentre quelle Piccole
si limitavano ad essere Scuole di arti e mestieri dove si andava "a
bottega", cioè ad imparare un mestiere.
Marin Sanudo il Giovane (1466 - 1536), cronista che scrisse 56 Diari sulle
vicende di Venezia, elenca nei suoi scritti ben 210 Scuole piccole e 6
grandi.
La struttura architettonica delle Scuole prevedeva un gran salone a pian
terreno per le cerimonie e uno per le riunioni al piano superiore. Dalla
sala delle riunioni si apriva una piccola stanza detta
"Albergo", che conteneva la "Mariegola" o "Libro
delle Ordinanze".
Gli interni di questi edifici erano spesso decorati da grandi maestri,
come ad esempio accade per la Scuola di San Rocco che contiene un ciclo di
dipinti del Tintoretto, o per la Scuola Grande dei Carmini decorata dal
Tiepolo.
Scuole
Maggiori e Scuole Minori
Le Scuole Maggiori sono
sette, l’ultima delle quali costruita solo nel XVII secolo, cioè la
Scuola Grande dei Carmini.
Le altre sei sono: San Teodoro, istituita nel 1258, Santa Maria della
Carità, istituita nel 1260, San Marco e San Giovanni Evangelista,
istituite nel 1261, Santa Maria Della Misericordia e San Rocco, istituite
nel 1478.
San Teodoro: situata in campo San Salvador è oggi adibita a sede
di mostre ed esposizioni temporanee d’arte. La facciata che oggi appare
viene realizzata solo nel 1655, mentre l’interno è rinascimentale.
Santa Maria della Carità: sin dalla sua fondazione il complesso
edilizio costituito da Chiesa, Monastero e Scuola, è di notevole
importanza. Dopo un periodo di abbandono viene restaurato e utilizzato in
parte per ospitare i locali dell’Accademia di Belle Arti e delle
Gallerie dell’Accademia.
San Marco: la Scuola Grande di San Marco è una delle più
armoniose e significative opere architettoniche del Rinascimento
veneziano. La facciata, la cui struttura asimmetrica rispecchia la
divisione interna degli spazi, è uno dei più preziosi e originali
esterni veneziani. La decorazione marmorea è opera dei Lombardo, mentre l’organizzazione
della struttura è progetto del Codussi.
La Scuola oggi coincide con l’ingresso principale dell’Ospedale Civile
di Venezia.
San Giovanni Evangelista: questa si differenzia nella struttura
dalle altre Scuole veneziane per le stratificazioni connesse ai molti
interventi di cui è stata oggetto dal XIV al XVIII secolo. All’interno
si può notare un bellissimo scalone opera di Mauro Codussi (1498), mentre
i dipinti del primo piano, opera di Jacopo Bellini, sono andati dispersi.
Tra i dipinti rimasti che si possono ammirare ci sono due comparti d’angolo,
opposti all’altare, di Giandomenico Tiepolo. Sempre al primo piano,
nella sala dell’ "albergo", si ammirano le "4 storie dell’Apocalisse"
di Palma il Giovane.
Santa Maria della Misericordia: la sede ultimata internamente nel
1538, ma rimasta esternamente incompleta, è progetto di Jacopo Sansovino.
Si presenta oggi, infatti, come un’enorme mole di laterizi, con due
ordini appena abbozzati, grandi finestre centinate e strette nicchie
ornamentali.
Il fatto che per anni sia stata sede di un’associazione sportiva, ha
portato allo sfacelo l’interno, decorato con dipinti del Veronese.
Grazie all’impegno civico dello storico dell’architettura Manfredo
Tafuri, l’attività sportiva ora non vi si svolge più. Rimane però il
fatto che l’edificio è ora chiuso e abbandonato, quando invece avrebbe
bisogno di accurati restauri.
San Rocco: la struttura architettonica della facciata su campo San
Rocco è dovuta in maggior parte al disegno dello Scarpagnino (XVI
secolo), anche se è stata cominciata su progetto di Bartolomeo Bon nel
1516. All’interno si possono ammirare 21 tele dipinte da Tintoretto e,
tra le altre, un’opera giovanile di Tiziano, l’ "Ecce Homo".
Scuola Grande dei Carmini: è l’ultima delle Scuole veneziane
costruite.
Il progetto delle due facciate visibili è da attribuire a Baldassarre
Longhena (XVII secolo), mentre l’interno, che mantiene tuttora l’originaria
disposizione, è ornato con grande dovizia da tele del Tiepolo.
Le Scuole Minori sono numerosissime in ogni sestriere di Venezia, esse
riuniscono i vari mestieri che si svolgevano in città, come: "Botteri",
coloro che fanno botti; "Curameri", coloro che lavoravano il
cuoio; "Forneri", che facevano il pane; "Frutaroli";
"Pistori" e molti altri.
Per chi fosse particolarmente interessato a conoscere l’ubicazione e la
storia di queste Scuole Minori, si consiglia di consultare il catalogo
della mostra "Arti e mestieri nella Repubblica di Venezia", Ve,
1980.
San Rocco
A San Rocco, protettore
della città dalla peste, il doge rendeva omaggio il 16 agosto di ogni
anno, dal tempo della pestilenza virulentissima del 1576, recandosi presso
la Scuola di devozione che conservava le reliquie del santo, trafugate nel
1485, e che era al suo nome intitolata. Era questa una delle sei Scuole
Grandi e, tra tutte, la più florida, magnificata dalla celebre serie dei
teleri del Tintoretto, pubblicizzata in tutta la città dal suo simbolo
scolpito ovunque sulle porte delle sue numerosissime case.
"Scuole" sono dette a Venezia le associazioni, che sono numerose
e importanti: vi sono le sei Scuole Grandi (tra cui San Rocco),
ricchissime confraternite assistenziali laiche in cui si mescolano nobili
borghesi e popolani; le oltre cento corporazioni di arti e mestieri,
attraverso le quali era consentita e regolata l’attività artigianale e
commerciale; la miriade di raggruppamenti anche di pochissime persone
legate da situazioni contingenti, come il carcere o il meretricio
autogestito. Regolamenlazioni e controlli dello Stato contenevano le
Scuole entro precisi limiti di autonomia organizzativa e di azione.
Tradizionalmente grande spazio era dato alle scuole devozionali e di
mestiere a Venezia, rappresentando esse palestra di pubblica attività per
le famiglie della grande e piccola borghesia, escluse da incombenze di
governo che per sé sola conservava la classe aristocratica.
Spessore politico particolare acquista dunque in tale contesto la
cerimonia col doge e il consueto grande corteo che si reca a remi a San
Rocco sui "peatoni" ducali, accolto dal Guardian Grando e dalla
"Banca", il corpo direttivo della Scuola. Dopo la messa con l’offerta
delle candele, il corteo passava dalla chiesa alla Scuola per adorare le
reliquie che venivano esposte con tutto il ricchissimo tesoro, in gran
parte perduto con la caduta della Repubblica, e consumare un sontuoso
rinfresco.
Ateneo
Veneto
In origine la scuola di S.
Fantin (1458) era costituita da due confraternite, con fini assistenziali,
con sede nella chiesa di S. Fantin; nel 1471 si trasferirono in due locali
vicini alla chiesa e, in seguito all’incendio del 1562, fu compiuta una
ristrutturazione ad opera di architetti, pittori e scultori che diedero
all’edificio l’aspetto attuale. La chiesa al pianterreno è ora la
sala delle conferenze ("l’Albergo") al primo piano è la sala
di lettura; verso il 1660 si aggiunge la sala Tommaseo e, al pianterreno,
la sagrestia nuova, ora sala delle riunioni. All’ultimo piano dell’edificio
è sistemata la biblioteca, che conta circa 35.000 volumi, alcuni dei
quali di inestimabile valore storico-artistico. I concerti si svolgono
nell’Aula Magna dove si possono ammirare il soffitto a lacunari in legno
con decorazioni in oro, raffiguranti il ciclo del Purgatorio, opera di
Palma il Giovane (1600) intorno alle pareti il ciclo della Passione, opere
di Leonardo Corona e di Baldassarre d’Anna (1600-1604) e, sopra le
porte, due tele che illustrano le parabole del Figliol Prodigo e del Buon
Samaritano, di Antonio Zanchi (1670). Sulla parete di sinistra sono
collocati busti marmorei degli scienziati e medici veneziani Nicolò e
Apollonio Massa (1500) opere del Vittoria, come il busto di Tommaso
Rangone, sulla parete di fondo.
Testo e foto ricavati dai siti: http://www.virtualvenice.net
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