Toponomastica
di Riccardo Buroni
Venezia è una città particolare per le sue caratteristiche fisiche, morfologiche, artistiche; lo è anche nella sua toponomastica e nella suddivisione territoriale del centro storico.
La città è divisa in sestieri con nomi che derivano o da caratteristiche particolari del terreno (Dorsoduro, Cannaregio) o dalla presenza di chiese da cui il nome del sestiere: S.Marco, S.Polo, S.Croce o dall’ esistenza di manufatti presenti ed ora scomparsi, come nel caso di Castello.
I sestieri sono democraticamente divisi, dall’asse centrale del Canal Grande, in parti uguali: tre a destra e tre a sinistra, di qua dell’acqua e di là dell’acqua, de citra e de ultra; troviamo infatti da una parte del Canal Grande: Dorsoduro, S.Polo, S.Croce, dall’altra Castello S.Marco e Cannaregio.
Si pensa che la divisione sestierale sia avvenuta dopo lo spostamento del dogato da Malamocco (810) a Rivoalto, nome della città mantenuto fino al tredicesimo secolo (Civitas Rivus Altus), intorno all’881 sotto il dogado di Orso Partecipazio; secondo altri invece l’istituzione dei sestieri può essere datata tra il 1148 e il 1178 nei dogadi di Domenico Morosini, Vitale Michiel, Sebastiano Ziani.
Castello è stato fin dalla sua nascita uno dei sestieri più popolosi e popolari della città; sorge a est e si sviluppa per una grossa fetta del territorio urbano; si pensa che il nome derivi dalla presenza di un castello che serviva da difesa alle isole rialtine. Dal 744 divenne sede vescovile per passare poi dal 1451 a patriarcale che mantenne fino al 1807.
Nel sestiere sorgeva la più grande fabbrica d’Europa per la produzione e manutenzione delle navi: l’Arsenale. Proprio per la presenza di questo importantissimo elemento la struttura urbana si è sviluppato intorno ad esso e, se come pare, per secoli gli addetti all’Arsenale erano di circa 30.000 persone, ben si capisce come tale presenza abbia influito sicuramente nello sviluppo edilizio del sestiere. Adesso l’aspetto non è più colorato e caratteristico come quello di anni fa, anche se si può ancora respirare un po’ di venezianità.
S.Marco deriva il suo nome dalla presenza della chiesa di S.Marco la cui costruzione è cominciata nell’828 dal doge Giustiniano Partecipazio per custodire il corpo dell’evangelista, trasportato da Alessandria d’Egitto. La piazza fu nucleo politico per quasi 1000 anni, qui infatti si trovavano le residenze ducali e quelle delle maggiori magistrature.
Il sestiere si sviluppa lungo la prima ansa del Canal Grande fino al ponte di Rialto e ai tempi della Repubblica era la zona d’elite della città in cui i nobili avevano dimora e le figure professionali di maggior spicco avevano studio e abitazione.

Cannaregio si sviluppa nella parte ovest della città ed è solcato da lunghi rii paralleli in cui probabilmente sorgevano molte canne da cui il nome del sestiere.
E’ con Castello il più popoloso sestiere della città ed anche qui si può ancora vivere una venezianità ormai perduta nel resto della città.
Fin dal 1500 la Repubblica aveva creato una zona per gli ebrei, zona tutta interna al quartiere, denominata ghetto (da getto di fusione, risultato della lavorazione di officine qui esistenti).
Nel periodo dell’occupazione austriaca il volto del sestiere ha subìto molti cambiamenti urbanistici: l’interramento di molti rii, la costruzione del ponte ferroviario, la costruzione della stazione e il relativo abbattimento di molti edifici pubblici, privati ed ecclesiastici, legati ad una nuova pedonalizzazione hanno trasformato il sestiere rendendolo più aperto ai flussi turistici.
Dorsoduro inizia dalla punta della Dogana e termina praticamente davanti a Piazzale Roma; si sviluppa a sud con la fondamenta delle Zattere, il Canale della Giudecca e la Giudecca stessa.
Il suo nome probabilmente deriva dalla presenza di un terreno (dorso) più consistente (duro) rispetto ad altri presenti nella città. Ricca di conventi e chiese in passato, ora ha assunto una connotazione residenziale per classi abbienti del mondo industriale, dello spettacolo e della finanzia mondiale.
A metà del XIX secolo è stato congiunto al sestiere di S.Marco da un ponte in ferro (ponte dell’Accademia) che ne ha in parte rotto l’isolamento; se pensiamo che dalla Madonna della Salute per arrivare a S.Marco, senza prendere i traghetti, bisognava arrivare fino al Ponte di Rialto, attraversare le mercerie e finalmente giungere alla meta, si capisce bene l’importanza di questa infrastruttura nell’economia della città, anche se ne ha stravolto l’originale assetto.
S.Polo deve il suo nome alla presenza della chiesa omonima (costruita intorno l’837) e si trova nella seconda ansa del Canal Grande nel punto in cui compie una secca curva ad angolo retto.
Le attività di mercato e quelle legate ad esso, hanno fin dall’anno mille caratterizzato la zona rialtina con la presenza del mercato della frutta e verdura e di quello delle carni di pollame, di bovini e di ovini. Nel 1514 nel mese di gennaio scoppiò un pauroso incendio che distrusse quasi completamente questa parte del sestiere e la Repubblica, allora, avviò la ricostruzione che in pochi decenni portò al compimento delle opere che ancora adesso possiamo vedere: le fabbriche vecchie e nuove il palazzo dei Dieci Savi ed altri ancora.
Quasi a compenetrazione del sestiere di S.Polo troviamo quello di S.Croce che anch’esso deve il suo nome della presenza appunto della chiesa di S.Croce costruita nel 774 dai primi fuggitivi delle invasioni longobarde, demolita in seguito all’editto napoleonico del 1807 riguardante chiese, conventi e scuole di devozione ed arti.
Diverso è oggi l’aspetto del sestiere soprattutto per l’odierna presenza del terminal di Piazzale Roma che durante gli anni del fascismo (1933) ha completamente stravolto l’assetto urbanistico di questa parte della città. Esistevano nei primi secoli luoghi di saline e di laghetti stagnanti, poi interrati (sechere o piscine) ancora presenti nei toponimi del sestiere.
Sul Ponte di Rialto, come si sa, ci sono le botteghe che sono divise anagraficamente tra i sestieri di S.Marco e S.Polo, ovvero dalla parte di S.Bortolomio fino alla piazzola di sosta centrale entrano in quello di S.Marco, quelle, andando verso la Ruga degli oresi, appartengono invece a S.Polo.
A proposito dei numeri anagrafici di Venezia anch’essi sono suddivisi tra i sestieri e la loro numerazione parte da 1 per arrivare all’ultimo numero che varia a secondo della grandezza territoriale del sestiere stesso: i più numerosi risultano ancora quelli di Castello e Cannaregio.
Tale numerazione è abbastanza recente (secolo XIX) ed è stata proposta con l’introduzione del catasto austriaco, prima per un breve periodo i numeri erano neri su fondo rettangolare bianco incorniciato nero, poi in un ovale a fondo bianco ma con cornice e numerazione rossa. Precedentemente a questa numerazione i numeri anagrafici delle singole unità edilizie erano romani e si limitavano alla calle, alla corte, al ramo ecc.. Ancora adesso si possono vedere negli architravi di alcune abitazioni i tre tipi di numerazione sopradescritta.