Luned’Arte
Lorenza Bettinello presenta....
a cura di Gabriele Stoppani

 


 

Oggi Luned’Arte ospita Lorenza Bettinello, una giovane veneziana che si è appena laureata in Scienze Politiche, indirizzo di diritto internazionale. Ci presenta ed illustra la sua tesi intitolata “I rapporti tra l’Unione Europea ed i Paesi ACP” e cioè i Paesi dell’Africa Caraibi e Pacifico.
Pensiamo che questa comunicazione rappresenti una doppia opportunità culturale. Per lei di far conoscere il suo lavoro, una ricerca faticosa ma ricca di idee riflessioni e documentazioni.
Per noi di apprezzare un contributo universitario di alto livello che si inserisce con lucida criticità ad esaminare una questione di scottante attualità: L’Unione Europea ha gli strumenti per incidere pacificamente nello sviluppo economico e democratico dei Paesi terzi?
La parola alla neo dottoressa.

La mia tesi è uno studio che riguarda le relazioni internazionali, a livello economico politico e giuridico. In particolare nel mio percorso formativo ho preso gusto per i diritti umani, la loro definizione e realizzazione nel mondo. Mi sono interessata della possibilità che L’Unione Europea, attraverso i suoi ordinamenti istituzionali e normativi, possa contribuire alla crescita democratica dei Paesi non comunitari. Così sono entrata nell’universo del diritto internazionale. Mentre il diritto nazionale è l’insieme delle leggi che regolano la vita di un singolo Paese il quale istituisce anche i mezzi (Magistratura, Forze dell’ordine ecc.) per farle rispettare, a livello internazionale o interstatale non esiste invece un ente superiore, al disopra delle singole nazioni, che faccia rispettare in modo cogente le norme giuridiche approvate e sottoscritte. Ciononostante, gli stati stessi hanno deciso, volontariamente, di mettersi d’accordo e di organizzarsi per cooperare fra di loro, hanno così creato questo diritto convenzionale, basato sulla convenzione, cioè sul patto. Quindi, gli stati decidono volontariamente di varare istituire delle leggi che vengono chiamate convenzioni, che valgono e dovrebbero funzionare fra tutti i firmatari. Però, cosa succede se degli stati non rispettano queste leggi, perché si tratta pur sempre di una forma di diritto statale, anche se portato a livello internazionale? Non possono fare granché, purtroppo. Possono solamente isolare lo stato che non adempie agli obblighi preposti, e ad esso verranno tolti gli aiuti economici. Uno stato che è isolato dagli si troverà di conseguenza in una situazione non facile soprattutto quando viene messo in difficoltà economica.
Esiste inoltre un diritto internazionale generale che prevede pochissime leggi, ma che valgono per tutti gli stati del mondo. Queste leggi sono: il rispetto dei diritti umani (libertà di parola stampa ecc.) e il mantenimento della pace.
La mia tesi ha riguardato proprio il caso di questo diritto convenzionale, cioè i rapporti tra l’Unione Europea, che è considerata come un organo statale, ed i Paesi in via di sviluppo dell’Africa, dei Carabi e del Pacifico che comunque sono tanti e vasti. Ed ha riguardato in particolare la condizionalità democratica.
Condizionalità democratica significa che un organismo istituzionale, in questo caso l’Unione Europea, concede aiuti economici ad altri stati, ma a condizione che quest’ultimi sviluppino ed applichino sul loro territorio un sistema democratico che, prevede il buon governo e soprattutto il rispetto dei diritti umani, cioè della libertà di parola, di stampa, di movimento ecc. Questa “coercizione” democratica è sicuramente necessaria.
A partire dal secondo dopoguerra ma soprattutto dopo la decolonizzazione, vale a dire il fenomeno che ha visto i grandi Paesi europei lasciare, di volontà o perché costretti (ad esempio la Gran Bretagna in India , la Francia in Algeria, il Portogallo in Mozambico ecc) si sono stipulate via via varie convenzioni tra U.E. e Paesi ACP.
Così sono nate le convenzioni di Lomè e quella di Cotonù che è del 2000.
Con la quarta convenzione di Lomè, si dà importanza al rispetto di questa convenzionalità democratica, l’Unione Europea in pratica dice a qualcuno dei Paesi ACP: io ti do aiuto economico in cambio di democrazia, chi non la rispetta può essere anche punito. Ho studiato in merito il caso dello Zimbabwe, che si trova nell’Africa meridionale (ex Rhodesia) e praticamente fa parte dei paesi dell’Africa dei Caraibi e del Pacifico, ha aderito a queste varie convenzioni.
Cos’ è successo? che nel 2000 il capo dello stato, Mugabe, non ha rispettato la democrazia nel proprio Paese, per esempio le elezioni politiche sono avvenute con violenza, eliminando la libertà di parola e di stampa.
Quando uno stato è inadempiente, l’Unione Europea cerca una soluzione tramite il dialogo politico e le consultazioni, cerca di trovare un accordo per non arrivare al punto drastico di eliminare gli aiuti economici.
Mugabe, per quanto l’Unione Europea avesse inviato i suoi collaboratori, non rispettò l’accordo e nel 2002 gli vennero tolti gli aiuti economici.
Importante è vedere come l’Unione Europea dia importanza ai diritti umani, alla pace e a tutto ciò che riguarda il sistema democratico, importante, appunto, perché la guerra è sempre meglio evitarla e comunque sia non è mai un buon mezzo per raggiungere scopi di sviluppo democratico. Le convenzioni, i patti, richiedono democrazia, di conseguenza, in modo generico, il rispetto dei diritti umani. Gli aiuti economici che l’UE dà ai Paesi in difficoltà servono a favorire le loro intenzioni di crescita, a partire ovviamente dal toglimento dei loro bisogni. Hanno bisogno di una macchina agricola nuova, arriva un finanziamento e la possono acquistare, e così dicasi per una pompa d’acqua un ospedale od altro. L’Unione Europea cerca se per certi versi prosegue una politica di neo-colonizzazione, dall’altro cerca di dare gli aiuti economici, soprattutto ai paesi più poveri dove non c’è acqua, non c’è cibo, non ci sono le strutture. Anche la scuola è una delle prime cose che viene istituita, se è possibile.
Sicuramente prevede aiuti speciali, ma prima di tutto quello economico che è la cosa più importante. Uno inizialmente riesce a sopravvivere e poi pian piano inizia a vivere decentemente e magari a ragionare con la propria testa ed a sviluppare un percorso autonomo. L’intendimento dell’U.E. è esattamente questo: favorire i Paesi ACP purchè essi rispettino le norme democratiche. Pena il ritiro degli aiuti.

La comunicazione di Lorenza ha suscitato un vivace e proficuo dibattito. Molte le domande relative alla sua tesi. Auguriamo alla neodottoressa che le venga pubblicata, sarebbe una soddisfazione per lei ma anche per quanti, tra il pubblico presente, hanno chiesto di conoscerla e studiarla più a fondo.


I poveri dell’Africa