La pagina di Rosetta
Pensieri in libertà
di Angelina Darduin Zanon, Bruna Berra, Fedea Chiereghin Gerardi, S. Michieli, Stefania Lorenzon, Alessandro Fort e Gabriele Stoppani.
Come potete constatare nei nostri laboratori ferve la cultura e quindi anche quest’anno non sono mancati pensieri di riflessione filosofica molto interessanti scritti proprio dalle nostre corsiste.

 

Premessa

Cos’è la filosofia? Nel primo corso si cerca di darne risposta dialogando con gli appassionati o i semplici curiosi della materia. Proponendo le idee più originali dei pensatori nel corso della storia attraverso il commento del libro di P. Emanuele “I cento talleri di Kant”. Si legge, si discute e qualche volta le riflessioni diventano pensieri scritti, ovviamente dai corsisti, di proprio pugno. Ne riportiamo due; l’uno a proposito di Cartesio e Kant di Febea Chiereghin Gerardi e l’altro di S. Michieli in arte “Mike” su Edmund Husserl.

Stoppani

Tutto per un paio di occhiali

Cogito, ergo sum. Ma come sono io? Sono come mi vedo, oppure come mi vedono gli altri? Con quale logica focalizzo il mio pensiero? Vedo la realtà, oppure quello che il mio sguardo panoramico mi illustra?
Deduco di essere di fronte a due punti di vista paralleli tra loro che mai si incontrano. Cosa scelgo per vivere in sintonia con me stessa e col mondo esterno? L’apparenza non mi soddisfa, anzi quasi la temo, perchè mi può prendere nei suoi ingranaggi e rendermi a lei succube.
La realtà invece non mi fa scherzi.
Mi colpisce, mi fa soffrire, ma anche mi fortifica.
Io non ho una vista perfetta, ho bisogno degli occhiali. Attraverso essi, la mia visuale cambia: la persona che, senza occhiali mi sembrava giovane e ridente, ecco, con gli occhiali mi appare diversa; ne rilevo le rughe e il sorriso sorretto dal dentista. Tutto un mondo diverso: l’apparenza mi mostra il bello, la realtà il vero. Tra questi due modi di essere, mi chiedo nuovamente: sono quella che la realtà mi determina, o quella che insegue le apparenze, creandomi illusioni e delusioni? Decido di mettermi gli occhiali per realizzarmi.
Avrò così la possibilità di concretare i miei pensieri nel renderli attuabili per un mondo di pace senza pregiudizi, malignità e discordie.
Postilla: i miei occhiali si chiamano lealtà.

Fedea Chiereghin Gerardi
Perché “Senza titolo”

La lezione su Husserl mi ha aperto gli occhi sulla mia operatività nel campo dell’arte della pittura.
Infatti nel mio percorso pittorico sino all’attuale espressione dell’astrattismo, la tesi di Husserl in riferimento “al carattere intenzionale della coscienza” la trovo valida per l’interpretazione di un mio quadro astratto.
L’uso del colore nello spazio della tela senza identificazione di un oggetto lascia alla “coscienza” intendere l’azione del mio pensiero nell’opera finita, senza dare un titolo alla stessa, pertanto “SENZA TITOLO”.
Michieli “Mike”
Ma la filosofia è solo costruzione di sistemi metafisici tesi a rispondere alle classiche domande: qual è il senso dell’universo e della vita, il rapporto tra l’uno e il molteplice, tra il divenire e il permanere dell’essere?
Spesso è anche meditazione sul bene e il male, il bello, l’utile ecc, e su ciò che da sempre ha spinto l’uomo a costruire affascinanti sistemi di pensiero: la ricerca della felicità. Così in calce al libro di P. Emanuele abbiamo letto degli aforismi dei più noti pensatori e letterati su questi temi.
Ed anche in questo caso non sono mancate le riflessioni scritte.
Stoppani

L’introverso e l’estroverso

L’introverso è celato dietro ai suoi silenzi, non si manifesta e non si mette in discussione, alle volte suscita diffidenza, perché non lascia neppure intuire i suoi sentimenti, e spiazza, sconcertandolo, il suo interlocutore.
Al contrario l’estroverso si apre esponendosi anche a delle critiche, perchè chi più parla più sbaglia; ma ti mette in condizione di avere con lui un rapporto più franco e spontaneo, perché manifesta i lati del suo carattere attraverso “chiacchiere” talvolta molto meno fastidiose di certi silenzi.
Io personalmente preferisco un giudizio anche negativo dell’estroverso, che lo sguardo inquisitorio dell’introverso, che può sembrare benevolo, ma rimane chiuso nel suo io.
Il suo comportamento ti indurrebbe ad adottare i suoi stessi silenzi, ma non ti senti più te stesso, e questa è la cosa più antipatica che ti possa capitare.

Angelina Darduini Zanon

Introversione ed estroversione

Nella vita di tutti i giorni capita spesso di dividere le persone in due categorie fra loro opposte: i cosiddetti “solari” molto apprezzati da tutti perchè sempre sorridenti, gioiosi, ottimisti, loquaci; e i cosiddetti “seriosi” o peggio “musoni” spesso taciturni, piuttosto seri, sorridenti solo all’occorrenza e generalmente pessimisti.
Si tratta di due tendenze della personalità umana: l’atteggiamento estroverso e quello introverso. Queste due tendenze possono essere immaginate come due estremi opposti di una linea immaginaria che va dalla completa introversione alla completa estroversione. Non è ragionevole infatti ritenere che le persone siano o del tutto introverse o del tutto estroverse. Ognuno di noi può trovarsi in un punto ben preciso di questa linea immaginaria e quindi avere caratteristiche intermedie fra l’una e l’altra tendenza.
L’introverso si concentra sui fatti interiori, emozioni, sentimenti, stati d’animo...
Per tutte queste sue caratteristiche, si mostra particolarmente tranquillo, schivo, tendenzialmente poco socievole, riservato e molto freddo. L’atteggiamento della persona estroversa è invece quello di interessarsi prevalentemente al mondo esterno. Essa non presta molta attenzione ai fatti interiori, alle proprie sensazioni, preferisce adattarsi al mondo circostante. Gli avvenimenti esterni sono lo spunto per agire, non ama restare da solo e si trova al contrario a suo agio insieme alle altre persone. Nessuna delle due personalità è sbagliata. Sicuramente l’estroverso riscuoterà più successo in compagnia, durante una festa, una gita e sarà ricercato per la sua energia vitale e l’ottimismo che lo rendono “attraente” anche all’occhio degli introversi.
Ma essere introversi non significa essere asociali, ma semplicemente avere meno bisogno di compagnia.
Ciò non toglie che possano essere ugualmente delle persone amichevoli e normali.
Gli introversi tendono a parlare quando hanno qualcosa d’importante da dire e soprattutto possono essere degli ottimi ascoltatori, qualità quest’ultima sempre più difficile da ritrovare nell’essere umano.

Bruna Berra

Per godere bisogna obliare?

Dipende da quanto profonde sono state le ferite che ti hanno fatto soffrire e che vorresti dimenticare perché ti impediscono di godere la vita come vorresti; se anche riuscirai ad ovviare, io credo che niente sarà come prima, in quanto tu stesso non sarai più quello di prima. Non puoi desiderare l’oblio che è l’annullamento totale, non puoi eliminare la sofferenza senza eliminare automaticamente anche la gioia; puoi godere in pieno la felicità perché hai vissuto il dolore, in quell’alternanza che fa parte della vita.
La tua anima contiene il tuo vissuto che non puoi cancellare finchè il tuo cuore conserva la capacità di amare che è l’essenza stessa della vita. Io, come sempre, continuo a godere, quando guardo da vicino l’innocente visetto di un bambino.

Aforisma sulla felicità

Percorrere l’arduo sentiero della vita
sostare in un’oasi
è felicità.
Camminare nella corda come un funambolo
trovare l’equilibrio
è felicità.
Perché sai che il passo successivo
potrebbe esserti fatale.

Angelina Darduin Zanon

Bellezza

Guardo la mia immagine riflessa allo specchio e sogno ad occhi aperti la bellezza, cioè quella bellezza d’animo che è dentro di noi, che di solito passa inosservata, soprattutto ai giorni nostri in cui si va sempre di fretta e non si ha il tempo di osservare le cose belle e semplici che stanno intorno a noi.
Come la natura dei bei fiori, un bambino che gioca felice in un bel prato, che raccoglie un mazzetto di fiori e lo porta alla sua mamma, o l’apparire di un arcobaleno con i colori dell’ iride dopo un temporale estivo.
Quanta tenerezza vedere una coppietta non più giovane che cammina per strada tenendosi affettuosamente per mano, che parla guardandosi dolcemente negli occhi delle cose vissute e passate.
Oppure, una persona anziana che ti ringrazia quasi incredula per aver trovato qualcuno di gentile.
Molte persone con umiltà e disponibilità, tutti i giorni dedicano un po’ del loro tempo per portare un aiuto e un momento di conforto, un sorriso e dolcezza, a chi ne ha bisogno.
Tutto questo è bello perché buono e fa del bene l’oggetto della bellezza.
Stefania Lorenzon
Una ciliegina tira l’altra. Così quando abbiamo saputo che il nostro iscritto ed ex docente “N.Saba” Alessandro Fort ha pubblicato un racconto di aforismi da lui coniati, l’abbiamo invitato in classe a presentare il suo libro “Dove vai?” qui ne riportiamo la copertina con alcune massime più significative che vi consigliamo proprio di leggere.

Stoppani

Aforismi

Per essere liberi

La conoscenza
è la via principale verso la libertà.

Nella sua storia

L’uomo ha concepito molte cose
non vere.
E lo ha scordato, forse di proposito

Ingannarsi

L’uomo nasconde continuamente
a se stesso i propri difetti.

Le religioni

Molti non si accontentano
di un solo padre e di una sola
madre.

di Alessandro Fort