Recensioni
di Gabriele Stoppani, insegnante nel corso di scrittura al “N. Saba”. Aprile 1994

Anche le pubblicazioni del Saba sono arrivate alla seconda uscita. Troviamo beneaugurante che insieme alla nostra rivista abbia fatto il secondo timido passo e ci sentiamo di considerarlo una sorta di gemellaggio. Questa contemporaneità ci mette in grado di darvi una anticipazione del libro che ricaviamo dall’introduzione del prof. Stoppani.


La copertina del libro

 

Anni 40-50: una giovane adolescente si affaccia sulla scena della vita sociale. Le piacerebbe studiare, ma per motivi finanziari neanche parlarne. Armata di buona volontà, si impegna ed impara un mestiere. Fa la magliaia, e per stare al passo con la moda, si aggiorna studiando per conto proprio; crea e produce modelli, sempre a livello artigianale perché all’epoca ancora non hanno sfondato le grandi industrie. Poi arriva il matrimonio, il primo figlio e la ex-adolescente si immerge nel nuovo ruolo di moglie e madre. Col passare degli anni arrivano altri due figli e lei in casa è occupata a tempo pieno.
Ma i figli crescono ed imparano a camminare da soli per le vie del mondo. A questo punto si guarda attorno e vede che mentre lei faceva la madre il mondo è completamente cambiato. Deve modificare prospettive e mentalità per non sentirsi fuori dal tempo. Un bel giorno incontra casualmente una conoscente che frequenta dei corsi di scuola media per adulti, meglio noti col nome di “150 ore”. Si iscrive anche lei e frequenta la scuola. Qui conosce degli insegnanti davvero speciali e si diverte un mondo a sedersi ancora sui banchi di scuola.
Da allora sono trascorsi parecchi anni ed oggi la ritroviamo che fa parte di un’associazione fondata da ex corsisti assieme agli stessi docenti. Con lei molti altri hanno aderito a questa meravigliosa iniziativa sorta per rispondere al bisogno culturale di chi, aldilà del titolo di studio, vuol dedicare qualche ora del suo tempo ad imparare, capire e conoscere se stesso e la realtà che lo circonda. L’associazione si chiama “Nicola Saba”.
E l’ex-adolescente è tra i componenti del gruppo di scrittura, anzi è presente in questa raccolta con alcuni suoi racconti ... al lettore l’arduo compito di identificarla! Io sono il coordinatore della squadra, nel senso che suggerisco schemi di produzione letteraria e temi di narrativa, suscito fantasie e riflessioni, discuto su stile e sintassi. In pratica non scrivo, ma aiuto a farlo.
Ho scelto questo brano come introduzione perché dà il senso profondo della nostra associazione e spiega le vere motivazioni che spingono le persone ad iscriversi. Ciò che conta non è la competizione, l’arrivismo, la produttività, ma l’affermazione della cultura come gioia di conoscere e di imparare, la coscienza civile di voler crescere spiritualmente per essere più presenti ed attivi nella realtà che ci circonda. Ciò che conta è mettere a disposizione degli altri il proprio sapere, è produrre per discutere insieme. Questo opuscolo ne è un esempio.
Il brano mi offre anche lo spunto per entrare nel vivo di una proficua discussione che spesso si fa nel nostro gruppo: cosa val la pena di scrivere? o anche, c’è un argomento capace di dare alle parole dignità letteraria? Io la penso così. Si possono scrivere cose intelligenti su semplici fatti della vita quotidiana, e cose stupide sui grandi avvenimenti. E viceversa. Così come si possono raccontare storie d’amore divertenti o noiose. In sostanza, l’argomento è solo lo spunto, più o meno originale, per raccontare. Importante è invece la rivisitazione interiore del tema, la capacità di rielaborare il reale, la forza della trasgressione che sa disarticolare l’ovvio ed il banale dalla quotidianità per proiettarli nella sfera dell’immaginario collettivo, la creazione fantastica che fa di un episodio inventato il possibile dell’avventura umana. Importante è curare la potenza descrittiva ed evocativa della parola, il ritmo della narrazione, la vivacità dello stile... per divertire ed interessare il pubblico.
Credo che la presente raccolta sia su questa linea. Il fatto di aver ad esempio inserito nella pubblicazione svariate fiabe, serve a rompere un luogo comune abbastanza consolidato, che cioè la “novella” sia un’esercitazione infantile. Basterebbe a tal proposito rivisitare la tradizione italiana dal Boccaccio a Piero Chiara o Pirandello per esser completamente smentiti. Ebbene questa volta gli autori si misurano con nuovi generi letterari, come il giallo il fantastico o lo storico, che arricchiscono la gamma dei settori narrativi offrendo momenti di evasione ma anche di riflessione, esattamente come i racconti cosiddetti d’attualità. Speriamo siano anche proposte di godimento letterario per il lettore.

A proposito, riprendendo la metafora dell’anno scorso, il grande fiume della scrittura ha sempre bisogno di affluenti, cioè di scrittori. Chi vuol cimentarsi con la narrazione e la poesia è il benvenuto fra noi.