Caterina Cornaro (o meglio Caterina Cornèr) nacque a Venezia
nel 1454 da antica
e nobile famiglia.
Figlia di Marco Cornèr fu educata a Padova e divenne famosa
per la sua bellezza.
Ogni anno la prima Domenica di settembre, a Venezia si festeggia
con la Regata Storica, a ricordo dell’accoglienza riservata alla
Regina di Cipro.
Caterina Cornaro
Caterina Cornaro. La deposizione.
Venezia.
Sbarco di Caterina Cornaro.
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A Venezia, tra il Quattro ed il Cinquecento, due sono le figure femminili più in vista del patriziato: Bianca Cappello, Granduchessa di Toscana, e Caterina Cornaro. Fra le due, la prescelta da dare in sposa a Jacques II° di Lusignano, è Caterina, nata da una numerosa ed antica famiglia che aveva grandi interessi economici nell’Isola di Cipro.
E’ chiaramente un matrimonio di convenienza sia per i Cornèr, ai quali una figlia regina conferiva una posizione di altissimo privilegio sociale, che per il Re, che era nato illegittimo e che temeva gli intrighi della legittima pretendente Carlotta di Savoia. Inoltre, tra gli interessi che i Cornèr avevano nell’Isola di Cipro, c’erano le proprietà di canna da zucchero, di cotone, di lino, di canapa e di grano.
Nel 1468, lo zio Andrea, intimo amico del Re di Cipro, il trentenne Jacques II° di Lusignano, combinò il matrimonio di Caterina con costui, promettendogli in pegno la protezione di Venezia.
Il fidanzamento avvenne a Venezia nel luglio del 1468, durante una fastosa cerimonia, alla presenza del rappresentante dello sposo, l’ambasciatore Filippo Mistahel. A Caterina, dichiarata dal Senato veneto “figlia adottiva della Repubblica”, onore mai tributato a nessuna donna prima di lei, fu assegnata una dote di 100.000 ducati d’oro; inoltre la famiglia Cornèr acquistava diritti e privilegi sulle città di Famagosta e di Cerines. Ma fu solo nel 1472 che Caterina venne condotta a Cipro, dove a Famagosta furono celebrate nozze sontuose.
Jacques II° (Re Zaco, per i veneziani) morì tra il 6-7 luglio 1473 a causa di una strana malattia dovuta ad uno strapazzo di caccia, poco prima della nascita del suo erede Jacques III°, che a sua volta morì l’anno successivo di febbri malariche. Questo fece sì che l’intera eredità dei Lusignano passasse nelle mani della Regina Caterina.
Subito dopo la morte di Jacques II° a Famagosta scoppiò una sommossa, fomentata da più parti per sostituire a Caterina l’erede “legittima” Carlotta, figlia di Janus II, sorella di Jacques e maritata a Ludovico di Savoia.
A questo punto Venezia intervenne dirigendo la politica di Caterina, che governò su Cipro assistita da un Consiglio di Reggenza, dallo zio Andrea Cornèr e da due cugini.
Dopo la presa del potere da parte di Venezia, la nobiltà cipriota si trovò irreggimentata nel Maggior Consiglio dell’Isola formato da 145 membri, nel quale i patrizi veneziani che si erano stabiliti a Cipro sedevano di diritto. Il 14 novembre dello stesso anno (1473) un gruppo di nobili catalani, con alla testa l’Arcivescovo di Nicosia, penetrava nel Palazzo Reale e nella stanza stessa della Regina assassinava lo zio Andrea, il cugino Marco Bembo, il medico ed un domestico.
Caterina rimase rinchiusa e guardata a vista dopo essere stata costretta a consegnare i soldi ed i gioielli ed il sigillo di Stato. I ribelli intendevano far sposare la piccola “Zarla” (Carlotta), figlia naturale di Re Jacques II° ad Alfonso d’Aragona, figlio di Ferdinando Re di Napoli, costringendo Caterina ed il figlio neonato Jacques III° a cedere i suoi diritti di Re.
Ma Venezia, come da accordi, reagisce decisamente. Il 23 novembre, dieci galee agli ordini del Provveditore Vettor Soranzo sono a Famagosta e la flotta agli ordini del capitano Generale Pietro Mocenigo è sul piede di guerra. Truppe veneziane da sbarco occupano rapidamente la città ed i congiurati si danno alla fuga. Il Senato ordina che da ora in poi la Regina venga affiancata da un Provveditore e da due Patrizi veneziani come Consiglieri, che le truppe siano agli ordini del Provveditore e che guarnigioni veneziane presidino Famagosta e Kyrenia. Nessuna decisione però dovrà essere presa senza l’assenso della Regina e soltanto i suoi stendardi potranno sventolare dalle fortezze. Ai nobili ciprioti si dovrà dare l’impressione di essere partecipi al potere.
Regina di nome, Caterina,
lo è sempre meno di fatto.
Gli onori non le mancano, ma è isolata perché il padre Marco Cornèr, che le era stato vicino a Cipro, è morto a Venezia e la madre Fiorenza Crispo ha lasciato l’Isola.
Il 21 febbraio 1487 il Senato veneziano decide che il Regno di Cipro venga annesso ai domini della Serenissima. Il Consiglio dei Dieci viene incaricato dell’esecuzione della delibera, anche perché gli intrighi di Alfonso d’Aragona, che non si è ancora rassegnato, inquietano ancora il Consiglio.
Il 28 ottobre 1488, i Dieci ribadiscono l’ordine al Capitano Generale Francesco Priuli di ricondurre Caterina a Venezia, pur blandendola dapprima, ma anche minacciandola poi, se necessario. In caso di rifiuto avvertirla che sarebbe stata trattata da ribelle e che le sarebbe stato tolto il ricco appannaggio. Nello stesso tempo ordinano a Giorgio Cornèr, fratello di Caterina, di raggiungere il Capitano Generale a Cipro e di esercitare tutta la sua influenza per convincere la sorella ad abdicare in favore della Serenissima. Giorgio non trova la sorella disposta all’obbedienza e deve passare alle minacce avvertendola che sarebbe sopraggiunta l’Armata veneziana perdendo in tal caso tutti i vantaggi che ne sarebbero derivati per la loro famiglia se invece avesse accettato. Così riuscì a convincerla.
Il 26 febbraio 1489 a Famagosta, dopo un solenne “te Deum”, la bandiera dei Lusignano viene ammainata e sale il gonfalone di San Marco. La cerimonia viene ripetuta, alla presenza della Regina, in tutte le città cipriote, compresa Nicosia.Il 18 marzo, vestita di nero, la Regina lascia per sempre l’isola di Cipro.
Venezia fu generosissima con sua “figlia” tributandole un’accoglienza memorabile il 6 giugno 1489. C’era anche il Bucintoro, dove Caterina prese posto vicino al Doge, Agostino Barbarigo. Dopo un forte temporale, ma di breve durata, il corteo, accompagnato dal suono delle campane si recò in processione nella Basilica di San Marco dove venne celebrato un solenne pontificale e dove Caterina rinnovò la rinuncia alla corona di Cipro in favore della Serenissima.
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