Memorie venete
Il Comune di Mestre dal 1866 al 1926
a cura di Anacleto Callegaro

Con l’annessione del Veneto al Regno d’Italia nel 1866, Mestre rimane un Comune autonomo. Ad alcuni sindaci furono intitolate vie, scuole.


Stemma di Mestre


Pietro Berna


Istituto Berna


Istituto Berna
Laboratorio tornitori


Ugo Vallenari


Piazza Ferretto

 

Il Comune di Mestre: le origini. 
Il 16 luglio 1797 le truppe di Napoleone Bonaparte occupano i territori veneti mettendo fine alla Repubblica di Venezia. Caduta la Serenissima, Mestre viene costituita in “Municipalità” indipendente, sia da Treviso (ma resta legata a quella diocesi fino al 1927 quando viene aggregata al Patriarcato di Venezia) che da Venezia. Adeguandosi al modello francese, Mestre si costituisce in “Comune” (1806), retto da un consiglio di quaranta membri e da un Podestà nominato dal governo. Con la fine dell’Impero di Napoleone, Mestre passa sotto il dominio austriaco  e incorpora i comuni di Carpendo e Marocco. Con l’annessione del Veneto al Regno d’Italia (1866), Mestre resta un comune autonomo, soggetto alla normativa per gli enti locali comune a tutta la penisola. Con decreto del Re Vittorio Emanuele III, firmato il 26 agosto 1923, attribuisce a Mestre il titolo di “Città”. Il Decreto durò tre anni circa, in quanto il 15 luglio 1926 un altro decreto deliberava l’unificazione dei Comuni di Mestre, Favaro, Zelarino , Chirignago con Venezia e il 24 agosto dello stesso anno diventano frazioni del comune di Venezia.
I sindaci, durante il periodo di vita del Comune di Mestre, che va dal 1866 al 1926 furono:

ALLEGRI GIROLAMO fu il primo sindaco di Mestre, dal 1866 al 1870, era un avvocato veneziano che esercitava l’avvocatura principalmente a Mestre. Durante la sua amministrazione iniziarono i lavori per la sistemazione delle strade, per la costruzione del Foro Boario (piazzale Sicilia, ora Donatori del Sangue) e del cimitero monumentale.
Poco prima di morire vendette un suo terreno all’amministrazione comunale, per l’apertura del viale verso Carpenedo, intitolato poi a Garibaldi.

TICOZZI NAPOLEONE fu sindaco dal 1871 al 1881. Nell’ultimo anno della sua amministrazione furono terminati i lavori della costruzione del Viale Garibaldi. Ticozzi aveva capito quanta importanza avesse la centralità del Comune di Mestre in un sistema radiale di trasporti, infatti in un intervento in consiglio comunale spronava i colleghi ad approvare la compartecipazione al finanziamento della costruzione delle linee ferroviarie Mestre–Adria e Mestre-Castelfranco.
BERNA PIETRO farmacista, fu sindaco dal 1882 al 1892. Durante la sua amministrazione il 3 ottobre 1891 fu inaugurata la nuova tramvia tra Mestre e punta S. Giuliano per un totale di 4.500 metri che si poteva percorrere in circa 15 minuti, accorciando così la distanza tra Mestre e Venezia.

TOZZI AGOSTINO fu sindaco dal 1892 al 1893, figlio del farmacista Giobatta, non aveva seguito il padre tra i medicinali, ma si dedicò alla politica e alla gestione del patrimonio familiare. Alcune spregiudicate iniziative immobiliari, anche per proprio tornaconto, minarono la sua credibilità di amministratore pubblico fino ad aprire la strada alla successione al suo principale accusatore, Pietro Berna.

BERNA PIETRO fu nominato per la seconda volta sindaco per il periodo dal 1894 al 1899.

ROSSI JACOPO fu sindaco dal 1899 al 1902. Il Conte Rossi tentò invano di prolungare la linea tramviaria che partiva da S. Giuliano per arrivare a Piazza Maggiore (Piazza Ferretto) per Carpenedo. Rossi cercò inoltre di svegliare in tutti i modi la sonnolenta Mestre progettando appunto di ampliare la linea tramviaria, lanciando l’idea del nuovo ospedale e dando il via alla realizzazione di un grande edificio scolastico centralizzato (l ’attuale De Amicis). Fu molto chiacchierato per questo suo attivismo, si persero molti soldi e calarono ombre su gli appalti e ben presto si preferì tornare ad una amministrazione più tranquilla affidando la poltrona di Sindaco a Giuseppe Frisotti.

FRISOTTI GIUSEPPE fu sindaco dal 1903 al 1906, sotto la sua amministrazione emersero alcuni fattori di novità che cominciarono a dirottare la vita politica mestrina al di fuori di una paesana ed ormai logora lotta fra i soliti potenti. Sul finire del 1905 dovette contrastare la minaccia degli abitanti di Carpenedo di richiedere l’autonomia amministrativa, le acque si calmarono quasi subito, ma era stato lanciato un segnale di insofferenza nei riguardi degli amministratori legato alla concretezza e alla mancata risoluzione di alcuni problemi che i cittadini richiedevano con forza. Fu allora che cominciarono ad emergere nuove figure politiche. Mestre cominciò ad accorgersi delle presenza dei socialisti. La prima vera prova di forza avvenne con lo sciopero generale del 18 e 19 settembre 1904.

BERNA PIETRO fu eletto sindaco per la terza volta dal 1907 al 1910.

CAVALIERI AURELIO fu sindaco dal 1910 al 1913 e durante la sua amministrazione si sviluppò la rete dei trasporti pubblici con l’attivazione di corse di filobus e si parlò per la prima volta, sempre nel 1910 con il sindaco di Favaro, Giulio Fornoni, di ampliare da Mestre a Favaro la rete tramviaria, che si concretizzò esattamente nel 2010, cento anni dopo. Nel 1912 la “Società delle tramvie” era divenuta la principale azienda industriale di Mestre.

ALLEGRI CARLO fu sindaco dal 1914 al 1919 e durante la sua amministrazione si ampliò l’istruzione pubblica con l’introduzione della scuola dell’obbligo e con la programmazione di interventi nell’edilizia scolastica. Si trovò anche ad amministrare la città nei difficili anni della prima guerra mondiale e nei durissimi anni successivi alla rotta di Caporetto. Diede vita a una serie di iniziative di supporto al fronte interno e di primo intervento per i numerosi militari che affollavano le caserme di Mestre. Gestì la fase finale della costruzione del porto in terraferma che implicò lo scorporo dal Comune di Mestre della frazione di Bottenigo, mettendo le premesse per la successiva e definitiva annessione di tutto il territorio mestrino al Comune di Venezia.

VALLENARI UGO fu sindaco dal 1920 al 1922, era un piccolo imprenditore di fede socialista. Si trovò a gestire l’amministrazione comunale in un periodo caratterizzato da scontri tra fascisti e “rossi”. Dopo la sua attività di sindaco, Vallenari dedicò la maggior parte del proprio tempo all’impresa elettromeccanica che dirigeva, continuando a coltivare la sua passione politica nei contatti personale con amici anche di differenti idee politiche.

SORANZO GUSTAVO Il 24 marzo 1923 venne eletto sindaco il liberale Conte Gustavo Soranzo. In giunta comunale furono eletti 10 fascisti, 9 popolari , 7 liberali e 3 indipendenti. Tale giunta non durò molto, all’inizio di maggio si dimettevano i consiglieri fascisti e di seguito i consiglieri popolari e liberali e il 7 maggio tornò il Commissario. Alle elezioni del 29 luglio 1923 fu ripresentato il listone che comprendeva 18 fascisti e 12 personalità di altri partiti. All’inizio del mese di Agosto venne eletto sindaco Massimiliano Castellani.

CASTELLANI MASSIMILIANO, sindaco dal 1923 al 1924. Castellani, accusato di essere troppo debole, si dimise a metà dicembre del 1924.

PIOVESANA PAOLINO fu sindaco da 1924 al 1926. Dopo le dimissioni del sindaco Castellani, il governo della città passò nelle mani del primario ospedaliero Piovesana Paolino, uomo di provata fede fascista. Rimase al vertice dell’amministrazione comunale praticamente fino alla soppressione del Comune di Mestre, che fu unificato a quello di Venezia con Decreto del 15 luglio 1925.
Strade e scuole, intitolate a vari Sindaci del Comune di Mestre

Al Comm. Pietro Berna è intitolato “l’Istituto Berna” situato in via Bissuola a Mestre. Tale istituto è una istituzione educativo-assistenziale sorta al termine del conflitto mondiale 1915/1918 per dare assistenza agli orfani di guerra. In seguito diventò un istituto a carattere professionale. A Pietro Berna, inoltre, è stata dedicata una piccola strada nascosta e periferica del quartiere di Carpenedo confinante con la campagna.

A Napoleone Ticozzi fu intitolata nel 1940 la Scuola Serale di disegno; fondata nel 1871 e situata a Mestre in Via Spalti.
Venne chiusa nel 1968.

A Ugo Vallenari è intitolata una strada laterale di Via dei Martiri della Liberà, che collega il confine di Carpenedo-Bissuola con Favaro.

Note: le fotografie e le notizie riportate in questo articolo
sono state tratte in gran parte dal libro dello storico
Sergio Barizza “STORIA DI MESTRE”
Casa Editrice “Il Poligrafico srl” di Padova.