di Luigina Brugnerotto
Il nostro viaggio annuale, dedicato alla scoperta delle
capitali europee, dopo Londra e Dublino, ci ha condotto a Parigi.
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Siamo partiti in treno, un mezzo abbastanza inusuale per mete
così lontane ma abbiamo dovuto fare i conti con qualche timore di
cadute di mezzi volanti, e sembrava di partecipare a una delle gite di
fine anno dell’Associazione Nicola Saba e poco importava se il mezzo
era diverso, l’allegria regnava sovrana. L’unica differenza è che
non ci siamo azzardati ad intonare cori di canzoni veneziane perché
avevamo l’impressione che il personale viaggiante francese non lo avrebbe
gradito. All’arrivo alla Gare Saint Lazare un autobus ci ha condotto all’albergo
attraversando la città e abbiamo avuto un anticipo di quello che
sarebbe stato il giro panoramico del pomeriggio. Ciò che rende atipica
questa splendida città è l’accostamento tra gli edifici antichi
e le creazioni moderne; ad esempio: la piramide di vetroresina che fonde
in maniera mozzafiato il XX secolo con i maestosi edifici del Louvre, le
strutture funzionali volutamente lasciate a vista nel centro Geoges Pompidou
(Beauburg) e ciò che maggiormente colpisce è il nuovo quartiere
La Defense con i suoi futuristi grattacieli rivestiti di specchi cangianti.
Molti edifici a Parigi, destinati allo smantellamento, sono stati ristrutturati,
come la Gare d’Orsay divenuta, mantenendo gran parte delle strutture e
ornamenti originali, il Musee d’Orsay che espone le maggiori opere del
periodo impressionista.
Il simbolo di Parigi più noto è indubbiamente la Torre
Eiffel; la vista che si gode dalla sua sommità è veramente
spettacolare e io penso che questa costruzione, che non piace ad artisti
e letterati, sia un punto di riferimento per i parigini, come la stella
polare lo è per i naviganti, poiché è visibile da
quasi tutti i quartieri della città.
Per gli amanti della musica e della danza, una visita d’obbligo è
all’Operà, che si dice sia uno dei più grandi e famosi teatri
del mondo e stilisticamente, con le sue opulenze decorative, riassume l’eclettismo
architettonico ottocentesco; molto imponente l’enorme salone di marmo,
pregevoli sono il Gran Foyer e l’affresco sul soffitto della platea che
è un’opera di Chagall. Un altro luogo molto conosciuto è
il quartiere di Montmartre, divenuto famoso nel secolo scorso, quando divenne
la patria degli artisti di mezza Europa e fu immortalato in numerosi dipinti
di Renoir, Utrillo, Van Gogh e Tolouse Lautrec.
Sulla sua sommità si erge la basilica Du Sacre Coeur, di uno
stile architettonico molto particolare, che è molto amata dai parigini.
Dalla cupola centrale che è alta 83 metri si può ammirare
il panorama della città per un raggio di 50 km. Questo luogo conserva
il suo fascino “bohemien”, popolato da pittori che offrono le loro opere
a una nutrita folla di turisti curiosi, “Parigi - ha scritto Henry James
- è il più grande tempio mai costruito per il piacere degli
occhi e per le gioie materiali”, quindi non poteva mancare una cena in
un locale tipico per gustare le famose specialità e i nobili vini
francesi.
Il nostro accompagnatore, nonché noto buongustaio, professor
Giuseppe Voi chiamato Pippo, dopo accurate ricerche ha scelto un piccolo
ristorante “Chez Fred” rinomato per la sua cucina tradizionale lionese
e alcune di noi hanno avuto l’onore di pranzare al tavolo occupato abitualmente
da George Simenon, creatore del commissario Maigret (così almeno
affermava una targa su una parete interna del locale).
Ciò che mi ha stupito è che molti abitanti di Parigi
non desiderano comunicare in altre lingue e il visitatore non riesce a
comprendere il perché in questa grande metropoli cosmopolita, non
si tenga conto delle varie realtà linguistiche, ma comunque sono
sempre disponibili e cortesi.
Non riuscirò, in questa sede, a raccontare quali e quanti posti
abbiamo visitato.
Posso solo dire che in questi quattro giorni abbiamo dormito pochissimo,
camminato moltissimo, abbiamo usufruito innumerevoli volte della
comodissima e semplice metropolitana e sono certa che qualcuno di
noi avrà gettato una monetina in una delle splendide fontane di
Parigi, perché questo è stato solo un assaggio di ciò
che questa splendida e variegata città può offrire.