di Stefania Zennaro |
... E una volta alla settimana in una quindicina di persone ci si ritrova presso la scuola Giulio Cesare; fra saluti e ciance varie, si entra in aula, con gran baccano si spostano i tavoli ammucchiandoli al centro fino a formare una personalissima tavola rotonda (anche se di forma quadrata) e diamo inizio al laboratorio di scrittura , una tavola rotonda di dibattiti scritti e non, di scambi di idee, opinioni ed esperienze. Ad uno ad uno (dopo aver superato l’inevitabile imbarazzo iniziale a leggere a voce alta qualcosa scritto da noi) se a casa abbiamo fatto i bravi scolaretti ed abbiamo preparato uno scritto, in prosa o in poesia che sia, lo si legge ai “colleghi” e la volta successiva, dopo aver corretto eventuali errori od omissioni, il prof. lo riconsegna con i dovuti chiarimenti e spiegazioni. A capo della nostra tavola infatti, c’è il professor Lele Stoppani, il nostro re Artù con tanto di barba, a far da direttore a questa orchestra di idee e parole. E’ lui che, con maestria, finezza e tanta, tanta pazienza, ascolta, corregge, insegna e... sta con noi; perché il bello di questo laboratorio non è solo il momento creativo, la stesura o la lettura di un elaborato, ma anche lo stare insieme scambiando l’un l’altro qualcosa di noi stessi. E’ forse solo una piccola crescita del nostro bagaglio culturale, ma é anche aggiungere tasselli al puzzle della mente, uno per ogni volta che si ha qualche cosa da dire o voglia di ascoltare. Ed il bello del bello poi, é che ci si diverte pure!
Speranza Visentin
Nell’anno 88-89 chi vi scrive termina di frequentare le “150 ore”. L’esperienza mi entusiasma e voglio continuare, ma non cerco una scuola superiore o un lavoro, bensì un’attività interessante e non troppo impegnativa.
Il “la” me lo dà l’insegnante di lettere del corso, dice:
-Guardi che a fianco delle “150 ore” ci sono diversi laboratori nei quali si può inserire, scelga la materia verso cui si sente più incline.
-A me piacerebbe scrivere, e lui: - Non c’è il laboratorio di scrittura ma se ci sono persone che lo chiedono si può sempre istituire.
Detto fatto, nell’anno 90-91 inizia il laboratorio di scrittura, tuttora funzionante, anzi con sempre nuove leve (...) Gli argomenti di qualsiasi fatto o persona trattino, anche se uguali sono esposti in modo diverso. C’è chi usa la narrativa o la saggistica, chi scrive poesie anche in vernacolo, chi preferisce descritte in varie forme: spiritose o riflessive in modo tale che ognuno raccolga quello che gli interessa ed esponga le sue valutazioni negative o positive ma sempre a mo’ di dialogo, insomma come una “famiglia”. Questo è il nostro laboratorio di scrittura dove, per concludere con un proverbio di mia madre che diceva “impara l’arte e mettila da parte” oppure “ devi rubare con l’occhio” ossia serviti dell’esperienza degli altri e fanne tesoro, ti sarà sempre utile.