La venezianità
Vi è poi un'ultima riflessione da fare su un altro elemento comune delle sinagoghe
veneziane: gli elementi di "venezianità" in esse presenti. Ne ricorderemo in
breve alcuni tra i quali l'attenzione all'illuminazione che, oltre ad essere
una ripresa di elementi della tradizione ebraica per cui la luce è vita, è salvezza,
è opera divina, risente della "gran copia de i lumi" peculiare all'architettura
veneziana.
Un altro elemento di venezianità è il "liagò", sporto murario caratteristico
dell'architettura veneziana, che troviamo sia nella Sinagoga Tedesca, come in
quella Canton ed anche in quella Levantina ed in quella Italiana.
Evidenti appaiono poi negli Aron delle Sinagoghe Tedesca e Canton i richiami
formali a modelli dei contemporanei altari delle chiese veneziane fatte dal
Serlio, dal Palladio, dallo Scamozzi. L'Aron della Scuola Spagnola è poi citazione
quasi letterale dell'altare principale della chiesa di San Pietro di Castello
fatto dal Longhena. Sempre per quel che riguarda la Scuola Spagnola, è chiaro
il rimando ai moduli tipici del palazzo veneziano: il "mezà" adibito ad ufficio
(a sinistra ed a destra della prima rampa di scale due belle porte intarsiate
immettevano negli uffici della comunità ponentina, oggi divenuti depositi di
stoffe e candele), il piano nobile con al centro il gran salone di rappresentanza,
il cosiddetto "portego" che corrisponde alla sala della sinagoga.
Ma l'elemento di "venezianità" forse più significativo è il fatto che alle sinagoghe
veneziane venisse attribuito lo stesso termine di "Scuola" degli omonimi istituti
veneziani. Come le Scuole Grandi di San Marco, di San Rocco, della Misericordia,
dei Carmini, di San Giovanni Evangelista erano luoghi devozione, ma soprattutto
enti che svolgevano compiti di formazione, di aiuto, di controllo e protezione
di alcune categorie, così le sinagoghe, oltre che luoghi aperti di lettura della
Torah, costituivano punti di riferimento civile o comunque di difesa delle identità
etniche(8).
Le une (Scuole Grandi Cristiane9) e le altre (Scuole Ebraiche)
si occupavano di mutuo soccorso (vestire i poveri, curare gli ammalati, seppellire
i morti etc.) ma anche di preparare feste, cerimonie e spettacoli. Ed ambedue
le Scuole erano in grado di fare questo perché possessori d'immobili dai quali
percepivano denari da reimpiegare o nei quali avevano localizzato i principali
servizi: l'istruzione dei putti, l'educazione dei figlioli, il ricovero degli
ammalati, l'albergo per i viandanti.
"Le scuole"
Brevemente descritta la tipologia generale delle sinagoghe veneziane, passiamo
ad una breve descrizione di ciascuna delle tre visitate, di cui solo la Scuola
Spagnola è ancora oggi aperta al culto.
La prima sinagoga che viene fondata a Venezia appartiene al rito ashkenazita
ed è la "Scuola Grande Tedesca".
Proseguendo per le scale che ci hanno condotto al museo ebraico, entriamo nella
sinagoga da una posizione d'angolo che mette in evidenza l'eleganza leggiadra
del matroneo ovale ed il sontuoso effetto delle dorature contrastante con la
rigorosa boiserie (pannelli lignei) che riveste interamente la parte inferiore
delle pareti.
Esaminando attentamente la sala ci si rende conto dell'effetto ingannatore del
matroneo ovale che nasconde la grande asimmetria del vano che è in realtà trapezoidale
con il lato della base minore che dà sul campo, mentre il maggiore dà sul canale.
I palchetti risalgono al tardo Cinquecento e sono decorati da elementi floreali
e zampe ad artiglio di leone, il tutto scolpito nel legno di noce. Il rivestimento
delle pareti, in marmorino nella parte superiore ed in ciliegio nella boiserie
ricordano le scuole delle confraternite devozionali cristiane (v. Scuola dei
Carmini). La differenza si trova nella parte superiore dei dossali che non riportano
teleri, ma, dato l'aniconismo ebraico, pannelli lignei ad effetto marmorino.
Ultimo elemento molto antico è la fascia rossa con iscrizioni in oro dei Dieci
Comandamenti che circonda tutta la sala.
L'Aron-ha-kodesh è una struttura tripartita con al centro l'Arca vera e propria
contenente i rotoli della Torah. Il timpano spezzato di gusto palladiano è sormontato
da vasi e cornucopie e poggia su due colonne corinzie scanalate. Sull'interno
delle due porte intarsiati in madreperla su legno i Dieci Comandamenti.
In fronte all'Aron-ha-kodesh arde il Ner Tamid, la luce eterna che simboleggia
il ricordo perpetuo della Divinità e la luce di conoscenza che porta la Sua
legge. Tutta la struttura della Arca Santa è ricoperta di una lamina d'oro.
Dorata è anche la Bimah che si trova sul lato opposto. Nella tradizione ashkenazita,
il pulpito era al centro della sala e solo recentemente la Bimah che era una
struttura aerea al centro della sala è stata spostata ed addossata alla parete
di fondo. Ecco spiegato il vuoto al centro delle decorazioni del pavimento ed
il lucernario al centro del soffitto che lasciava vedere il cielo e le stelle
a chi leggeva la Torah. Il Matroneo è nascosto da una fitta grata. La seconda
sinagoga che venne fondata nel Ghetto, proprio vicino a quella tedesca, è la
"Scuola Canton". A rivelarne la presenza c'è una strana costruzione in legno
sormontata da una cupoletta ottagonale che corrisponde alla Bimah e che si vede
dal campo. Le cinque finestre (cinque come sono i libri del Pentateuco) danno
sul canale. Probabilmente il nome "Canton" si riferisce ad "angolo" in veneziano;
infatti il "Canton del Medras" è simmetrico ad un secondo toponimo attestato
nel campo, quello del "Canton del forno".
Anche a questa sinagoga si arriva salendo delle scale che immettono in corridoio
che si pensa venisse usato da coloro che non trovano posto in sinagoga (i banchi
erano riservati). La sinagoga è un vano rettangolare illuminato dalle cinque
finestre (elemento identificatore di una sinagoga) che danno sul canale, dalle
due ai lati dell'Aron-ha-kodesh e dalla finestrella colorata sopra di esso,
dalle quattro ai lati della Bimah e dalla sua cupoletta ottagonale. L'arca ricorda,
nella struttura, quella della sinagoga tedesca. Il matroneo è nascosto da fitte
grate lignee. La Bimah è di forma semiesagonale ed è costruita su cinque gradini.
La ricchezza degli stucchi e le dorature ricordano la leggiadria rococò di molti
teatrini privati del Settecento veneziano. All'interno della piccola abside
vi sono scrani che richiamano la decorazione lignea dei cori delle chiese veneziane
del Quattrocento (Chiesa dei Frari, in particolare) riservata ai notabili della
comunità.
Chiude la visuale verso il fondo del Campiello delle Scuole nel Ghetto Vecchio,
l'ampia facciata della "Scuola Grande Spagnola". E' questa la più grande e la
più famosa delle sinagoghe veneziane ed il suo edificio è attribuito alla scuola
di Baldassare Longhena (l'architetto della Chiesa della Salute). L'ingresso
è costituito da un'ampia sala rettangolare attorno a cui corre una lunga panca.
Sulla parete di fondo una pergamena commemora le vittime della schoa (termine
ebraico che designa lo sterminio degli ebrei sotto il nazismo). Al centro della
parete un elegante cancello in bronzo chiude l'accesso alla scalinata che si
biforca poi in due rami. Il doppio accesso alla Sala di preghiera avviene ai
due lati della primitiva Tevah fiancheggiata da un parapetto di marmo. La grande
sala è rettangolare (m. 22 circa per 13), ha l'Aron e la Tevah (così chiamano
i sefarditi la Bimah) che si fronteggiano sui lati minori, mentre i banconi
corrono lungo i lati maggiori le cui pareti sono rivestite da pannelli in legno
fino all'altezza delle grandi finestre. Il soffitto è riccamente decorato e
riquadrato da cassettoni e modanature di legno scolpito e stucchi; i grandi
lampadari sono in ottone. Il matroneo, altissimo rispetto al piano della sala,
ha forma ovoidale. Esso non è più in uso; una parte dei banchi della sala è
stata riservata alle donne. L'Aron è isolato dalla sala da una balaustra di
legno semicircolare che racchiude una pedana con due gradini, sul quale è posto
il leggio dell'officiante. L'Aron è di stile classico-barocco: ha su ciascun
lato due colonne in marmo scuro il cui colore contrasta con il bianco e oro
delle Tavole e della corona e l'azzurro del grande fondale. La parete a cui
è addossato termina ad arco. La fronteggia la grande Tevah trasformata alla
fine del secolo scorso quando fu installato l'organo(10)?
Originariamente era costituita da un gran pulpito sormontato da una corona,
sorretto da colonne con capitelli corinzi e affiancato da due scale semicircolari.
Essa è ora solo un elemento decorativo della sala, poiché non è più utilizzata
dall'officiante.
Note
8) Non dimentichiamo
che esisteva a Venezia anche una Scuola dei Dalmati.
9) Oltre alle Scuole Grandi, esistevano altre scuole legate
principalmente al mestiere dei loro membri (es.: Scuola dei Calegheri).
10) Malgrado l'ostilità dei rabbini più ortodossi, la musica
non mancò di penetrare nelle sinagoghe, e se perché un organo entrasse nella
sinagoga si dovette aspettare l'anno 1893, è certo che Benedetto Marcello mise
in musica cinquanta salmi, dieci dei quali svolti su temi ripresi proprio dalle
scuole del Ghetto.
IL GHETTO IN RETE (servizi e orari visite)