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di Ardelia Boscolo
Non so se fare solo cronaca o scrivere sensazioni. Intanto
sarà bene che mi provveda di un vocabolario per scrivere in modo esatto tutti i
superlativi degni a decantare tanta bellezza creata da mamma natura e contornata
dall’opera dell’uomo. Andalusia, il nome stesso è un fruscio di seta. Mi
dispiace che ho solo la parola per esprimere ciò che ho provato di fronte a
tanto spettacolo. Mi provo: fantasmagorico, magnifico, irreale, caleidoscopico,
e chi più ne ha più ne metta. Riassumo semplicemente: da restare a bocca
aperta.
Dicono che l’Italia è bella, niente da dire, noi abbiamo
tesori d’arte a iosa, belle città mari e monti da essere orgogliosi e da
bravi campanilisti crediamo d’avere il monopolio della bellezza.
Pia illusione! Il bello è in tutto il mondo.
Bando all’entusiasmo, un po’ di cronaca: Torremolinos,
siamo arrivati e ripartiti da qui, purtroppo grattacieli moderni, che
rovinano il paesaggio. Praticamente abbiamo fatto il giro del
"paletto" e in mezzo Malaga, Granada, Cordoba, Siviglia. Vorrei
narrare quello che mi ha colpito di più. Ma come faccio? È stato come un
continuo bombardamento: Se volete i particolari andateci e vedrete di persona.
Vi assicuro che ne vale la pena. Non posso fare a meno però di nominare la
Moschea, l’Alcazar Reale, l’Alhambra, e che dire della Gueva de Nerja
formata da tante e incredibili stalattiti. Di questo mi resterà il ricordo
oltre all’inesprimibile fascino, i tanti gradini per ammirare il tutto. Spero
di non sbagliare nel nominare le varie località, capirete non ci vado tutti i
giorni. Meravigliosa la visita a Malaga fino al castello-fortezza di Gibralfaro
dalle cui torri si gode il panorama di Malaga, il porto e la Plaza de Toros.
A proposito, niente corride, solo un’arena, ma il toro
stava facendo un riposino dopo aver bevuto l’ultimo bicchiere di sangria, ci
ha snobbati e non si è fatto vedere. Del resto tutti questi turisti al toro
fanno un baffo. Per lui è importante solo il torero e cerca di infilzarlo con
le corna. Ma che avrà fatto il toro per essere ferito, ucciso e trascinato via
a quel modo!?! Tra l’altro è daltonico e non è il rosso della muleta che lo
fa infuriare ma questo drappo davanti al muso e i vari "picadores"
ecc. Eccola la Spagna, tanto religiosa poi infierisce su una bestia che poverina
pesa solo circa 800 chili. Così è.
Alberghi a quattro stelle. Self service. Peccato d’avere
uno stomaco solo. C’era abbondanza di piatti da far invidia a Crapulone. Nell’uscire
dal buffet mi veniva il torcicollo e avrei voluto essere Giano per vedere fino
all’ultimo tutta quella grazia di Dio. E le processioni? Una realtà virtuale.
Specialmente con gli incappucciati che portavano il carro religioso sulle
spalle. No, non ero io. A un certo punto vedendo sul carro la Madonna con il
Cristo tra le braccia mi ha preso un nodo alla gola e spontaneamente mi è
venuta una invocazione. Da dura, in un altro momento, davanti a tanto spettacolo
di folla e di fede, avrei detto "patetico", ma chissà che rigurgito
mi ha preso, forse suggestionata dalla gente che si faceva il segno della croce,
non lo so. Più che brava la nostra guida, che parlava con cadenza toscana,
simpaticissima, e così pure il gruppo a cui ero aggregata sotto l’egida di
Giancarlo che teneva d’occhio un po’ tutti.
Ci sarebbero ancora tante cose da scrivere ma ho finito il
foglio, del resto parlando di sensazioni, sono concetti, perciò razionali,
quindi non si possono materializzare. O.K.? Quindi finisco qui.
di Daniela Bellato
Sentire il calore del sole, il profumo degli aranci, l’odore
d’incenso delle sue processioni.
Assaporare i gusti forti della cucina andalusa.
Percepire la vita, il calore della gente, la loro genuina religiosità mista
forse a superstizione: per loro andare in processione è come andare a una festa
che li coinvolge in maniera vitale, allegra, non triste.
Mi è piaciuto tanto, forse tutto, ma mi sono rimaste: L’Alhambra, per l’eleganza,
la raffinatezza, lo splendore di quella residenza regale; mai pesante sempre
raffinata se pur ricca di decori.
I giardini del Generalife casa di vacanza e parco dei re, dove le piante
scolpite, le fontane, i fiori, le costruzioni in pietra formano un tutt’uno
armonico. Il paesaggio che mi hanno evocato è stato quello delle Mille e una
notte.
La Moschea di Cordoba rimane impressa tanto quanto la chiesa
di San Marco. Dentro si respira un’atmosfera che invita al silenzio, ad
abbassare la voce e a riflettere. È grandiosa, piena di colonne che formano
innumerevoli corridoi.
Mijas, paesino bianco sulla collina; si respira aria araba,
aria pulita e calda.
E poi L’arena di Ronda, questo cerchio giallo, il più
antico di Spagna, le vie dei quartieri arabi, la veduta di Malaga dall’alto,
col porto più bello del mondo perché pulito, elegante non c’è degrado come
negli altri quartieri portuali...gli eucalipti e...
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