Mentre prima per la donazione di un organo prelevato da
cadavere occorreva l’autorizzazione dei familiari, ora essa si intende
automaticamente espressa a meno che non venga effettuata dichiarazione scritta
contraria in vita da parte dello stesso potenziale donatore. Come si vede, ciò
cambia completamente la situazione di ogni cittadino, che non può più evitare
la responsabilità di prendere una decisione in merito. Per questo ho ritenuto
opportuno dare qualche informazione sull’argomento in modo da avere un po’
più chiara la situazione.
Innanzi tutto bisogna precisare che cosa si intende per
Trapianto: si tratta del prelevamento di un’organo da un soggetto donatore ad
uno ricevente, nel quale l’organo sostituisce (o sostiene) una funzione vitale
ridotta o perduta.
La Trasfusione, di sangue intero o suoi derivati, non è una
forma di Trapianto, dato che il sangue trasfuso, oltre a non essere propriamente
un organo, non sopravvive nell’ospite se non per breve tempo. Al contrario, il
midollo osseo trapiantato resta nel soggetto ricevente sino alla sua morte e
ripara al malfunzionamento di quello originale. Da tenere presente che l’organo
trapiantato deve essere sano, quindi non derivare da soggetto con malattie che
ne rendano inutile il prelievo. Inoltre, dato che nel soggetto deceduto gli
organi iniziano immediatamente a deteriorarsi, il Trapianto deve essere
effettuato entro poche ore dalla morte.
Non si può trapiantare in un uomo un organo senza dover
tener presente che non si tratta solo di effettuare una difficile operazione ma
di inserire in un essere vivente qualche cosa di estraneo. L’Istocompatibilità
(Compatibilità dei Tessuti Viventi) consiste nella capacità di convivenza
delle cellule di ogni organismo vivente, che è tanto più facile quanto più
somiglianti esse sono tra loro per certe caratteristiche.
In pratica, ogni organismo ha un sistema di difesa dagli
estranei: esso controlla l’identità di tutte le cellule di quell’organismo
per scoprire quelle ad esso estranee e distruggerle. La "carta d’identità"
delle cellule consiste in alcune proteine di forma particolare e caratteristica
per ogni specie ed individuo, dette "Antigeni di Istocompatibilità":
le cellule di difesa del corpo hanno la capacità di controllare queste
proteine, e se hanno la forma e composizione "giusta" non
intervengono. Esistono, per ogni organismo, uno o più di questi Antigeni di
Istocompatibilità, alcuni più importanti, altri meno: quello che interviene
principalmente nelle reazioni di Rigetto (vedremo tra poco) è detto
"Complesso Maggiore di Istocom-patibilità" o MHC.
Un esempio improprio ma chiarificatore sulla differente
importanza degli Antigeni nell’organismo può essere quello dei gruppi
sanguigni: una minima differenza tra sostanze semplici (zuccheri) sulla
superfice dei globuli rossi può provocare l’immediata attivazione delle
difese del corpo contro il sangue trasfuso nel caso dei gruppi ABO, un effetto
più lento e complicato per il gruppo Rh, mentre altri tipi di gruppo (ci
crediate o no, sono a tutt’oggi stati scoperti decine e decine di gruppi)
danno effetti quasi nulli.
Tornando all’Istocompatibilità, essa ha una base
ereditaria: quando il donatore è genitore dell’ospite la somiglianza degli
Antigeni è intorno al 50%, nei fratelli ruota attorno ad una media del 25%. Le
cifre sono solo indicative, la vera risposta sta nel "Test di
Istocompatibilità": da prelievi di tessuto del donatore e del ricevente è
possibile individuare con buona approssimazione quale sarà la reazione delle
difese del corpo al trapianto. Ovviamente, trapiantare un organo o comunque
cellule da una parte all’altra di uno stesso organismo (autotrapianto) ha una
Istocompatibilità del 100% ! Viceversa, trapiantare materiale non umano ha un’elevata
probabilità di Rigetto. Esistono però dei tessuti privi o quasi di Antigeni di
Istocompatibilità, es. la cornea. Essi possono essere trapiantati facilmente
dato che le difese del corpo non attaccano un tessuto che non mostra Antigeni,
ma solo quello che ne mostra di differenti da quanto richiesto. Ciò rende
possibile anche l’uso di protesi di materiale sintetico (es. valvole
cardiache), che non dà origine a Rigetto (anche se dà altri problemi)