Il professore, di origini armene, esperto di cultura e storia delle etnie dei popoli medio orientali e insegnante di lingua armena all’università di Milano, ha presentato un breve profilo geografico e storico dell’Armenia.

 

 

di Paola Artusi

 

Armenia ieri e oggi
Incontro con il prof. Baykar Sivazliyan


Il territorio armeno è di circa 30.000 km quadrati, si trova a sud della catena montuosa del Caucaso, confinante a nord con la Georgia, a est con l’Azerbegian, a sud con l’Iran e a ovest con la Turchia.

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La capitale è Yerevan situata su un altopiano a 1000 m. circa di altitudine e vicina al monte Ararat, biblico monte del diluvio universale sacro per gli armeni.
Territorio da sempre conteso da più popoli, dall’Impero Romano, dagli Azeri , dall’Impero Ottomano dal quale fu invaso nel 1299.
Nell’anno 301 il popolo armeno per primo adottò il cristianesimo come religione di stato e su di essa improntò la propria cultura.
Il loro alfabeto nasce nel 4° sec. d.c. ed è composto di 36 lettere, e questo ha permesso di mantenere nei secoli la sua identità e di contribuire fortemente alla diffusione del cristianesimo.
Gli armeni sono attualmente 10 milioni, di cui solo un terzo vive in Armenia, in Italia sono circa 3000 dei quali 93 abitano a Venezia.
Il professore passa quindi a evidenziare la presenza degli armeni a Venezia, dove nel 1512 ebbero una tipografia e stamparono il primo libro.
Da sempre fu un popolo molto operoso, conoscitore di diverse lingue, sviluppò efficienti tipografie, nel 1800 arrivarono ad averne a Venezia ben 19, nelle quali stampavano migliaia di libri in 36 lingue diverse, vi lavoravano anche 5000 persone, gran parte dei libri veniva spedita a Smirne per essere distribuita in oriente.
Nel 1717 un abate di nome Mekitar, fuggito a causa delle persecuzioni dalla Morea, si rifugiò a Venezia, che gli donò l’isola di San Lazzaro (che diventerà degli armeni) ove fondò un monastero.
A Venezia nacque una loro scuola in campo Santa Margherita, tutt’ora loro centro di aggregazione.
Inoltre a Venezia vi è anche la chiesa di Santa Croce degli Armeni, un gioiello del 1600 (aperta solo la 2a domenica del mese) e si trova nelle vicinanze del teatro della Fenice.
Il prof. Baykar poi, con evidente amarezza, visto che i suoi familiari ne furono coinvolti, ha parlato del genocidio subito dal suo popolo.
Tale genocidio, chiamato “il grande male”, ebbe origini religiose e politiche, ed avvenne nel 1915.
I Nazionalisti turchi al potere, che aspiravano ad panturchismo, ovvero a un nuovo Impero Ottomano, temendo che gli armeni si alleassero con i russi, iniziarono lo sterminio e uccisero circa 1,2 milioni di abitanti.
Tali tragici eventi incrementarono ancor più la “diaspora armena”.
Questo grave fatto storico non è ancora stato ammesso dalla Turchia.
Il professore ha quindi posto in evidenza che, se storicamente non ci fosse stato il cosiddetto “negazionismo”, si sarebbe probabilmente evitato il triste ripetersi di altri genocidi avvenuti durante la seconda guerra mondiale.

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In conclusione dell’interessante conferenza sono state proiettate delle fotografie dal viaggio del prof. Voi in Armenia dalle quali si è potuto vedere un territorio molto bello e ricco di antichi monasteri.