di Gabriele Stoppani
Il cinema a scuola
Fu un’operazione di alto profilo politico e democratico che finalmente consegnava alla città di Mestre un ambiente speciale dove la settima arte, sganciata dalle reti di distribuzione commerciale legate quasi esclusivamente alla logica del profitto (un tempo si diceva alla “cassetta”), poteva offrire al territorio nello stesso tempo spettacolo e prodotti culturali di qualità.
Partì immediatamente la programmazione del Circuito Cinema, guidata dal dott. Roberto Ellero, con tanti film di classe e di successo.
Nel contempo il Dopolavoro Ferroviario, con intelligente e felice intuizione promosse un tavolo aperto ad altri soggetti operanti nel campo della cultura, ed in particolare del cinema, per organizzare rassegne speciali da inserire nel circuito programmato.
Al tavolo ci sedemmo anche noi docenti della scuola media (allora “Bandiera e Moro”), in rappresentanza della sezione adulti (all’epoca c’erano le “150 ore”) e dalla nostra collaborazione nacque l’iniziativa denominata “Cinema/Scuola”.
L’idea era semplice : portare per cinque o sei lunedì (tra l’altro il giorno in cui al Dante non c’è programmazione) gli studenti al cinema per vedere film recenti, piacevoli ed insieme di qualità con tematiche di valore sociale politico culturale, che insomma trattassero, anche in maniera organica, argomenti di interesse collettivo.
Per noi era scuola, un film in due ore può essere una strepitosa epitome di conoscenze, senza parlare delle infinite valenze del linguaggio iconico (tra l’altro più universalmente comprensibile di quello linguistico) che permette di attraversare universi di sapere, dalla storia alle scienze, dalla letteratura al teatro ecc, che sui banchi di scuola impieghi anni a visitare, e senza contare le felici contaminazioni artistiche che il cinema promuove, dalla musica alla sceneggiatura, dalla regia alla recitazione, e così via.
Inoltre si preparavano dei libretti di presentazione dei film per dar modo ad ogni spettatore (la rassegna era aperta negli orari di programmazione dal pomeriggio a mezzanotte a tutta la cittadinanza) di documentarsi sulla scheda tecnica il contenuto e le critiche giornalistiche delle pellicole proposte.
I testi erano scelti dai docenti, ed avevano un taglio squisitamente didattico, l’impaginazione e la grafica erano curati, allora come ora, dal prof. Gianfranco Peretti.
Questi opuscoli diventavano per gli studenti adulti dei veri e propri libri di testo (da portare pure all’esame finale di terza media) da leggere studiare e commentare in aula dove gli insegnanti aprivano una sorta di processo al film in cui ogni alunno esprimeva le proprie opinioni domande o perplessità in merito, guidato da un’apposita scheda di comprensione che dopo la discussione orale doveva esser compilata in buon italiano scritto.
L’idea ebbe successo e la formula ancora funziona.
Agli studenti dei corsi di terza media si sono aggiunti nel corso degli anni quelli dell’educazione permanente iscritti ai CTP, che a metà degli anni novanta sostituirono le 150 ore, e dell’associazione Nicola Saba.
Senza contare il pubblico esterno che sentendo parlare di Cinema/Scuola (come si sa le buone pratiche si autopromuovono) informati dai media accorrono numerosi al Dante.
Ogni anno a febbraio la rassegna Cinema/Scuola che ha sempre avuto come sottotitolo l’espressione “5 film per discutere”, (o 6 a seconda) è diventata un appuntamento amato ed atteso dalla scuola e dalla città di Mestre.
Oggi altri insegnanti del CTP “Giulio Cesare” ne curano, mantenendo la tradizione, la programmazione, dato che i padri fondatori se ne sono andati in pensione.
In particolare per la scelta dei film degli ultimi tre anni un ringraziamento speciale va alla prof.ssa Luciana Milani anche se la gratificazione più lusinghiera le viene dal pubblico che accorre numeroso alle proiezioni; in ispecie la prima, quella delle 16, riempie sempre la sala.
Riportiamo ora le locandine dei film presentati quest’anno.
Chi li ha visti può ricordare con piacere l’evento, chi non c’era può farsene un’idea e rivederli, se li ridanno in una sala, oppure in DVD.
Un’ultima proposta: perchè non raccogliere in un libro tutti gli opuscoli di questi trent’anni?